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Monte Etna

L'Etna visto dal paese di Santa Venerina, sul versante sud-orientale del vulcano, durante un episodio di attività stromboliana ed effusiva al Nuovo Cratere di Sud-Est, nella serata del 12 agosto 2014. Foto di Boris Behncke

Numero di catalogo: 0101-06= (Smithsonian Institution, Global Volcanism Program)
Altezza sopra il livello del mare: 3330 m nel 2014
Ubicazione: 37.734°N, 15.004°E
Superficie totale: 1200 chilometri quadrati

L'Etna è il vulcano più grande dell'Europa e tra i vulcani più attivi del mondo. Le sue eruzioni avvengono sia in sommità, dove attualmente si trovano quattro crateri, sia dai fianchi, fino ad altezze di poche centinaia di metri sopra il livello del mare. L'attività sommitale può potrarsi per molti anni con poche interruzioni (p.es. 1955-1971; 1995-2001), e spesso caratterizza gli intervalli fra un'eruzione di fianco e un'altra. Tali intervalli possono durare da pochi mesi a più di 20 anni, anche se negli ultimi 40 anni l'intervallo medio fra le eruzioni di fianco è stato di circa 2 anni. La durata di un'eruzione di fianco può essere di poche ore, però in altri casi può superare un anno (1991-1993: 472 giorni; 2008-2009: 419 giorni).

Eruzione di fianco del 2008-2009. Colata di lava nella parte occidentale della Valle del Bove ed emissione di cenere dalle bocche eruttive poste a circa 2800 m sul versante orientale. Dietro la nube di cenere si intravede il cono del Cratere di Sud-Est; a destra i Pizzi Deneri. Vista da Monte Zoccolaro (orlo meridionale della Valle del Bove), 19 Luglio 2008. Foto di Boris Behncke

I quattro crateri sommitali sono: la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all'interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911 che è attualmente il punto più alto dell'Etna (3330 m), e infine il Cratere di Sud-Est, nato nel 1971, che recentemente è stato il più attivo dei quattro crateri. Questa configurazione contrasta notevolmente con quella di circa un secolo fa, quando in cima all'Etna si trovava il solo Cratere Centrale.

Vista aerea dei crateri sommitali dell'Etna, 27 giugno 2012. Da sinistra a destra si vedono i due coni del Cratere di Sud-Est (quello più giovane a sinistra), il Cratere di Nord-Est, la Voragine e la Bocca Nuova. Foto di Boris Behncke

Fino a tempi recenti, l'Etna veniva considerato un vulcano prevalentemente effusivo, cioè caratterizzato soprattutto dall'emissione di colate laviche. Esse possono causare danni materiali ma non rappresentano una minaccia diretta per la vita delle 900 mila persone che vivono nelle zone potenzialmente a rischio. Tuttavia, studi recenti hanno rivelato che questo vulcano risulta capace di dar luogo anche ad una attività fortemente esplosiva, come l'eruzione pliniana del 122 A.C.. Più recentemente si è osservato, soprattutto dalla fine degli anni 70, un forte incremento di episodi eruttivi esplosivi soprattutto ai crateri sommitali. Questo si è dimostrato in modo notevole durante le eruzioni sommitali del 1995-2001, con circa 150 episodi di fontane di lava (anche conosciuti come parossismi) e ancora una volta negli ultimi anni, a partire da gennaio 2011, con più di 40 parossismi, la maggior parte delle quali ha generato alte colonne di gas e cenere.

Le eruzioni di fianco del 2001 e del 2002-2003 evidenziano come anche questa tipologia di eruzione può generare significative quantità di materiale piroclastico (cenere, lapilli, bombe e blocchi). Diversamente dai parossismi sommitali, che di solito hanno durate massime di poche ore, le ricadute di materiale piroclastico durante eruzioni di fianco possono andare avanti per diverse settimane/mesi e causare problemi e disagi nelle zone popolate, oltre a rappresentare una seria minaccia per il traffico sia terrestre che aereo.

La fase più recente di attività eruttiva dell'Etna è cominciata a gennaio 2011, con il primo in una serie di episodi di fontane di lava (parossismi) che si è protratta fino al 2 dicembre 2013, quando è avvenuto il 44° parossismo di questa serie. Da allora in poi sono avvenuti diversi altri episodi, meno violenti - con intensa attività stromboliana ma senza fontane di lava e minori emissioni di materiale piroclastico, e di più lunga durata rispetto ai parossismi del 2011-2013. Tutti questi episodi sono avvenuti da un nuovo cratere, ubicato sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est. Inizialmente questo cratere era una depressione di sprofondamento (pit crater), che per le abbondanti ricadute di materiale piroclastico si è rapidamente trasformato in un nuovo cono alto più di 200 metri.

La storia geologica del Monte Etna

Le eruzioni dell'Etna

Le eruzioni dell'Etna: l'impatto sul territorio

L'attività esplosiva dell'Etna

Rapporti settimanali ed altri aggiornamenti

 

Colonna eruttiva alta circa 3 km sopra la cima dell'Etna durante l'episodio di fontane di lava del 8 settembre 2011, vista dall'abitato di Fleri, sul versante sud-orientale dell'Etna. Foto di Boris Behncke


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Alcuni dei più di 300 crateri di fianco dell'Etna, sul versante orientale del vulcano poco dopo l'alba del 5 novembre 2006. In primo piano i due conetti (Monti De Fiore) formatisi durante l'eruzione di gennaio-marzo 1974, al centro il Monte Nuovo (eruzione 1763) e nello sfondo il Monte Lepre, di età possibilmente medievale. Foto di Boris Behncke

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La bocca incandescente alla base orientale del cono del Cratere di Sud-Est, vista da Trecastagni (versante sud-orientale) la sera del 9 Gennaio 2010. La stessa bocca ha prodotto delle emissioni di cenere nel pomeriggio dell'8 Aprile 2010. Foto di Boris Behncke

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