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Il parossismo dell'Etna del 18 aprile 2013

Fig. 1. Vista aerea dell'Etna durante la fase parossistica dell'episodio eruttivo del 18 aprile 2013, da est-nordest. Si vede la parte basale della nube eruttiva, carica di materiale piroclastico, mentre ad una più grande distanza la nube, che si sta spostando verso sud-sudovest, consiste largamente in vapore e altri gas. Foto di Mauro Coltelli, INGV-Osservatorio Etneo.

Nel primo pomeriggio del 18 aprile 2013, è avvenuto il 11° episodio di fontane di lava di questo anno dal Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna, con emissione di una nube di gas e materiale piroclastico che è stata spostata dal vento verso sud-sudovest (Fig. 1), e una voluminosa colata di lava diretta verso la Valle del Bove nonché due colate laviche molto più piccole, che dalla "sella" fra i due coni del Cratere di Sud-Est (SEC) si sono espanse in direzione sud e nord.

Fig. 2. Emissione di cenere dal NSEC nel tardo pomeriggio del 17 aprile 2013. Foto scattata da Tremestieri Etneo, distante 20 km a sud dal NSEC, da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Fig. 3. Attività stromboliana al NSEC all'alba del 18 aprile 2013. La vista è da Tremestieri Etneo, distante 20 km a sud dal NSEC. Foto di Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Il "preludio" di questo nuovo episodio è iniziato nella serata del 16 aprile, con piccoli sbuffi di cenere e lancio di materiale piroclastico caldo da una bocca posta all'interno del NSEC, che ha prodotto anomalie nelle immagini delle telecamere di sorveglianza termica dell'INGV-Osservatorio Etneo (INGV-OE); nella notte si sono inoltre osservati sporadici bagliori prodotti da una debole attività stromboliana all'interno del cratere.

L'attività è continuata senza variazioni di rilievo durante il 17 aprile (Fig. 2) e durante la notte successiva. Nella mattinata del 18 aprile si è notata un graduale aumento sia nella frequenza sia nell'intensità delle esplosioni stromboliane (Fig. 3). Si è inoltre osservato un lento aumento dell'ampiezza del tremore vulcanico e il consueto spostamento della sorgente del tremore da una posizione sotto la parte centrale dell'area sommitale etnea verso il NSEC accompagnato dalla superficializzazione della sorgente.

Nella tarda mattinata l'attività eruttiva e l'ampiezza del tremore vulcanico hanno mostrato un aumento progessivo e verso le ore 11:00 GMT (=ore locali -2), l'attività stromboliana era quasi continua. Nel corso delle due ore successive, l'attività ha raggiunto la fase culminante, con fontane di lava (Fig. 4) e una densa nube eruttiva, la cui parte bassa era carica di materiale piroclastico. Il vento si è preso carico della nube eruttiva, piegandola verso sud-sudovest (Fig. 5). La ricaduta di tefra (cenere e lapilli) ha interessato fra altro gli abitati di Ragalna, Belpasso e Paternò, nonché la zona turistica "Etna Sud"; in quest'ultima località lo strato di lapilli era spesso qualche centimetro con clasti fino a circa 5 cm di diametro.

Durante la fase di fontana di lava sono state emesse tre colate di lava, la più grande delle quali è uscita attraverso la profonda apertura nell'orlo sud-orientale del NSEC, formando un copioso flusso in direzione della Valle del Bove. Localmente, la lava ha causato lo scioglimento di residui di neve sulla parete occidentale della Valle, producendo piccoli lahars. Nel tardo pomeriggio, i fronti lavici stavano ancora avanzando, passando a nord di Monte Centenari, a quasi 4 km dal NSEC. Due altre colate di lava, molto più esigue, sono state emesse dalla "sella" fra i due coni del SEC, una verso sud, nella direzione dell'hornito del 2001 (vedi rapporto sul parossismo del 12 aprile 2013), l'altra verso nord, in direzione dell'alta Valle del Leone. Queste due colate si sono espanse solo poche centinaia di metri. Non si è osservata attività né esplosiva né effusiva da alcuna delle bocche che si erano aperte sui bassi fianchi sud-orientale e nord-orientale del cono del NSEC durante i precedenti parossismi.

Fig. 4. Fontana di lava al NSEC durante l'episodio parossistico nel primo pomeriggio del 18 aprile 2013, vista dal versante nord-orientale dell'Etna. Oltre alla ricaduta di abbondante materiale piroclastico grossolano sul fianco del cono (nascosto dietro la colonna scura della fontana di lava nella parte sinistra della foto), si nota una piccola colata di lava (la zona di gas bluastro visibile alla base del vecchio cono del SEC, al centro dell'immagine), che sta interagendo con neve sul terreno (a destra). Foto di Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Fig. 5. La nube eruttiva prodotta durante il parossismo del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna nel primo pomeriggio del 18 aprile 2013, visto da Catania, a circa 25 km a sud. La nube, che consiste maggiormente in vapore e altri gas, si sta spostando verso sud-sudovest (sinistra). Foto di Simona Scollo, INGV-Osservatorio Etneo.

Fig. 6. Campo lavico sulla parete occidentale della Valle del Bove dopo la conclusione dell'episodio parossistico del 18 aprile 2013, ripreso dalla telecamera termica dell'INGV-OE sul Monte Cagliato, a circa 8.8 km a est dal NSEC.

Il l campo lavico principale, sulla parete occidentale della Valle del Bove, è visibile nella Fig. 6.

Dopo la conclusione della fase di fontane di lava, l'attività è passata ad una lunga serie di fortissime esplosioni, producendo boati udibili in molti paesi limitrofi e fino a Catania, soprattutto sul versante sud-occidentale del vulcano. Tali esplosioni sono durate fino al tardo pomeriggio; nella serata sono avvenute ancora alcune sporadiche esplosioni. Dopo una notte tranquilla, sono avvenute nuove esplosioni con piccoli sbuffi di cenere nella tarda mattinata del 19 aprile, accompagnate anche da lanci di materiale piroclastico caldo; questa attività è tuttora in corso (19 aprile 2013, ore 14:00 GMT).

In termini più generali, il parossismo del 18 aprile 2013 è stato più "tipico" rispetto agli ultimi tre parossismi, con una fase di "preludio" di circa 36 ore e una fase di accelerazione molto decisa e pertanto breve, che è passata da intensa attività stromboliana a fontana di lava ed emissione di cenere in brevi tempi. La quantità di materiale piroclastico di ricatuta è stata relativamente contenuta, mentre il volume di lava è più significativo; la colata principale è infatti una delle più lunghe fra quelle emesse durante la serie di parossismi iniziata a gennaio 2011. Il cono è cresciuto soprattutto sul suo lato sud, che durante i primi episodi di questo anno, soprattutto il 19 febbraio, aveva perso alcune decine di metri di altezza.

Fig. 7. I cambiamenti morfologici al cono del NSEC indotti dai suoi 11 episodi di fontana di lava fra il 19 febbraio e il 18 aprile 2013 sono evidenti in queste due foto di paragone, scattate da Tremestieri Etneo (20 km a sud del cratere), il 2 febbraio mattina (sopra) e il 18 aprile sera (sotto). Si nota la crescita del cono soprattutto in corrispondenza all'orlo settentrionale del cratere. Foto di Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

La crescita del cono del NSEC durante l'ultima sequenza di episodi parossistici (11 eventi dal 19 febbraio al 18 aprile 2013) è evidente nelle foto di paragone della Fig. 7, riprese da Tremestieri Etneo (sul fianco meridionale dell'Etna) prima della ripresa delle fontane di lava (Fig. 7 sopra) e dopo la conclusione del parossismo del 18 aprile (Fig. 7 sotto). Si nota soprattutto, nella foto del 18 aprile, l'innalzamento dell'orlo settentrionale del cratere, mentre l'orlo meridionale è poco più alto rispetto al 2 febbraio; questo lato del cono aveva subito una notevole riduzione in altezza durante il primo parossismo dell'anno, la mattina del 19 febbraio.