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Il parossismo dell'Etna del 12 aprile 2013

Fig. 1. Il Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) durante la fase di fontana di lava nella tarda mattinata del 12 aprile 2013, visto da una distanza di circa 1.5 km a sud. Foto di Filippo Murè, INGV-Osservatorio Etneo.

Il 10° episodio eruttivo dell'anno 2013 al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna è avvenuto fra il 8 e il 14 aprile 2013, con una lunga fase di "preludio" e culminando il 12 aprile con una fase parossistica con fontane di lava ed emissione di tefra (cenere e lapilli) meno violenta rispetto ai parossismi precedenti (Fig. 1); è stato invece caratterizzato da una lunga fase con forti esplosioni stromboliane accompagnate da boati udibili fino a decine di chilometri di distanza. Inoltre, è stata osservata una debole ed intermittente attività effusiva per oltre due giorni dopo la conclusione della fase parossistica, fino alla tarda serata del 14 aprile. Le quantità di materiale piroclastico in ricaduta sono state notevolmente inferiori rispetto a quelle degli episodi di marzo e del 3 aprile 2013.

Fig. 2. Un'esplosione particolarmente forte, avvenuta la sera del 8 aprile 2013 al NSEC, con lancio di materiale incandescente grossolano oltre il vecchio cono del SEC, ripresa dalla telecamera ad alta sensitività dell'INGV-OE sulla Montagnola (EMOH).

Fig. 3. Sbuffo di cenere creato da un'esplosione con emissione di cenere dal NSEC (a destra), che viene spostato verso est (sinistra) dal vento forte, alle ore 06:47 GMT del 10 aprile 2013. Foto scattata da Taormina, a circa 28 km a nord-est dal NSEC, da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

La ripresa dell'attività eruttiva al NSEC, dopo il parossismo del 3 aprile 2013, è avvenuta nel pomeriggio del 8 aprile con sporadiche emissioni di cenere, accompagnate anche da lancio di materiale incandescente. Alcuni di questi eventi sono stati molto violenti, come un'esplosione alle ore 20:52 GMT (=ore locali -2) del 8 aprile (Fig. 2), che è stata accompagnata da un boato udibile fino ad una distanza di 15 km.

Le emissioni di cenere, spesso con un inizio esplosivo (Fig. 3) ma a volte anche piuttosto passive, sono continuate per le prossime circa 48 ore, con intervalli progressivamente più corti; nel tardo pomeriggio del 10 aprile, l'attività è passata ad esplosioni stromboliane accompagnate talvolta da piccoli sbuffi di cenere. Nel corso della notte fra il 10 e il 11 aprile, si è osservato un lento incremento dell'ampiezza del tremore vulcanico, e all'alba del 11 aprile, le esplosioni stromboliane avvenivano ogni 2-5 secondi, con lanci di materiale incandescente fino a qualche decina di metri sopra l'orlo craterico. Durante tutta la giornata, l'attività stromboliana è continuata aumentando molto gradualmente di intensità e frequenza; contemporaneamente anche l'ampiezza del tremore vulcanico era in lenta salita.

Nel tardo pomeriggio del 11 aprile, l'attività era caratterizzata da frequenti esplosioni stromboliane molto forti, che avvenivano ad una frequenza di 1-2 secondo, e quasi continuamente producevano boati udibili nelle zone popolate intorno al vulcano. I getti di materiale piroclastico incandescente spesso hanno raggiunto altezze fino a 200 m; erano presenti anche piccole quantità di cenere vulcanica. Intorno alle 16:40 GMT ha avuto inizio l'emissione di una piccola colata lavica attraverso la profonda "tacca" nell'orlo sud-orientale del cratere, che si è molto lentamente espansa fino alla base del cono dove si è allargata (Fig. 4). Tuttavia questa colata era scarsamente alimentata e nella tarda serata sembrava essersi arrestata e in raffreddamento.

Intorno alle ore 23:10 GMT del 11 aprile una piccola colata di lava ha cominciato ad uscire dall'area della "sella" fra i due coni del SEC, dirigendosi inizialmente verso sud e poi verso sud-est (Fig. 5), seguendo lo stesso percorso delle colate laviche uscite dalla "sella" durante i parossismi precedenti.

L'attività esplosiva continuava, per tutta la notte, con forti esplosioni e boati alternanti con intermittenti e basse fontane di lava, mentre l'ampiezza del tremore vulcanico si era stabilizzata su un alto livello. All'alba del 12 aprile, l'attività eruttiva alimentava una nube eruttiva densa, però con un basso contenuto di materiale piroclastico, che veniva spinta dal vento verso est-sudest.

Fig. 4. Attività stromboliana ed emissione di una piccola colata di lava sul fianco sud-orientale del cono del NSEC nella serata del 11 aprile 2013. Foto scattata da Piano del Vescovo, 6.9 km a sud-est dal NSEC da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Fig. 5. Il NSEC in forte attività stromboliana e con emissione di piccole colate di lava verso sud-est (a destra) e a sud, dalla zona della "sella" fra il NSEC e il vecchio cono del SEC (a sinistra), alle ore 01:42 GMT del 12 aprile 2013. Foto scattata da Tremestieri Etneo, a 20 km a sud dal NSEC da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Fino alle ore 08:25 GMT del 12 aprile, l'attività eruttiva avveniva esclusivamente da una o due bocche all'interno del NSEC; poco dopo le 08:25 GMT la telecamera termica dell'INGV-Osservatorio Etneo (INGV-OE) a Monte Cagliato (EMCT), sul fianco orientale dell'Etna, ha documentato l'inizio dell'emissione di lava da due bocche poste alla base nord-orientale del cono del NSEC (Fig. 6a). Alle ore 08:39 GMT, nella stessa zona ha avuto origine una frana (AV nella Fig. 6b) che consisteva in materiale a bassa temperatura.

Fig. 6. Questa serie di frames catturati da video ripreso dalle telecamere termiche su Monte Cagliato (EMCT), sulla Schiena dell'Asino (mobile; MBT) e visiva a Milo (EMV) mostra (a) le colate laviche emesse dal NSEC verso sud-est (LF1), dalla "sella" (LF2) e da due bocche alla base nord-orientale del cono (LF3) alle ore 08:29 GMT del 12 aprile 2013; (b) una frana (AV) dal fianco nord-orientale del cono alle 08:39 GMT; (c) e (d) la formazione di una frana calda o un flusso piroclastico (PDC) alle 08:54-08:55 GMT.

Un flusso di materiale caldo si è formato nella stessa zona alle ore 08:54 GMT (PDC in Fig. 6c e 6d), che ha percorso circa 2 km in direzione nord-est in meno di 1 minuto; questo flusso è stato anche osservato e fotografato da personale INGV presente sul terreno a circa 1.5 km a sud dal NSEC (Fig. 7). In questo caso si tratta di un fenomeno simile ai due flussi piroclastici (?) osservati alla fine dell'episodio del 3 aprile 2013 (clicca qui per leggere il rapporto su quel evento). L'origine del fenomeno è probabilmente stato il franamento di materiale caldo dal fianco nord-orientale del cono. Il deposito del flusso è rimasto caldo per circa 30 minuti, creando una forte anomalia nelle immagini termiche della telecamera di Monte Cagliato (EMCT).

Fig. 7. Discesa di una sorta di flusso piroclastico, o frana calda, dal fianco nord-orientale del cono del NSEC alle ore 08:54 GMT del 12 aprile 2013, fotografata da un punto a circa 1.5 km a sud del NSEC. Sullo sfondo, si vedono la costa ionica messinese della Sicilia, e più distante, la Calabria meridionale. Foto di Filippo Murè, INGV-Osservatorio Etneo.

Nel frattempo, l'attività eruttiva al NSEC continuava con frequenti e forti esplosioni stromboliane ed emissione di modeste quantità di cenere che si è rapidamente dispersa nell'atmosfera. Continuava l'emissione di lava dall'orlo sud-orientale del cratere, alimentando una piccola colata di lava (LF1 in Fig. 6a e 6b), che solo molto lentamente avanzava in direzione della Valle del Bove, e la colata lavica emessa dalla "sella" si stava avvicinando all'ex "Belvedere" (LF2 in Fig. 6a e 6b), mentre la lava emessa dalla base nord-orientale del cono si espandeva lentamente coprendo il deposito della frana calda messo in posto alle 08:54-08:55 GMT.

Poco prima delle ore 10:00 GMT, si è osservata una repentina diminuzione dell'attività eruttiva al NSEC, passando da basse fontane di lava a sporadiche esplosioni stromboliane ed intermittenti emissioni di cenere, per raggiungere un livello molto basso nell'intervallo fra le 10:10 e le 10:14 GMT; nello stesso intervallo si è anche osservata una notevole diminuzione nell'ampiezza del tremore vulcanico. Tuttavia, alle 10:14 GMT hanno ripreso con più vigore le emissioni di cenere sia dalla bocca principale del NSEC e subito dopo anche dalla bocca posta nella "sella" fra i due coni del SEC, che finora non aveva mostrato segni di attività durante l'episodio eruttivo in corso. L'attività si è rapidamente limitata a quest'ultima bocca, con getti di cenere e lancio di blocchi grossolani (Fig. 8).

Fig. 8. Getto di cenere e materiale piroclastico grossolano dalla bocca eruttiva posta nella "sella" fra i due coni del SEC (quello vecchio è fuori dall'immagine a sinistra), alle ore 10:17 GMT del 12 aprile 2013. Si nota solo una debole attività eruttiva al NSEC stesso. Foto ripresa da Monte Frumento Supino, circa 1.7 km a sud-ovest dal NSEC, da Francesco Ciancitto, INGV-Osservatorio Etneo.

L'espulsione di blocchi e cenere dalla bocca della "sella" è continuata fino alle 10:34 GMT, poi si è riattivata anche a bocca principale del NSEC, e per quasi 20 minuti le due bocche hanno prodotto vistose emissioni di cenere simultaneamente. Infine, l'attività è ritornata esclusivamente al NSEC stesso, dove alle 10:50 è ripresa l'attività di fontana di lava, marcando l'inizio della fase parossistica di questo episodio eruttivo; contemporaneamente si è anche osservata una nuova, repentina salita nell'ampiezza del tremore vulcanico. Nei 10 minuti successivi, è aumentato notevolmente il contenuto di materiale piroclastico nella parte bassa della nube eruttiva, che si è piegata verso est-sudest sotto il vento (Fig. 9). Le ricadute di materiale piroclastico - cenere e piccoli lapilli - hanno interessato il versante est-sudest dell'Etna, compresi i centri abitati di Fleri, Zafferana Etnea, Milo e S. Maria la Scala, sebbene fosse molto inferiore la quantità di tefra in ricaduta se confrontata con quelle emesse durante i parossismi precedenti.

Fig. 9. La nube eruttiva emessa dal NSEC durante la fase parossistica del 12 aprile 2013, fotografata alle ore 11:49 GMT dalla Villa Bellini, al centro di Catania, a circa 27 km a sud del cratere. Si nota la quantità relativamente modesta di materiale piroclastico (scuro) nella nube, a parte la parte più bassa (circa 1 km) della colonna. Foto scattata da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

L'attività di sostenute fontane di lava è continuata per circa un'ora, mostrando segni di diminuzione poco prima delle ore 12:00 GMT; poco dopo le ore 12:00 le fontane di lava sono passate a sporadiche esplosioni stromboliane e sbuffi di cenere, che gradualmente sono diminuite di intensità. Nell'intervallo fra le ore 12:00 e 12:10, sono avvenuti ripetuti crolli sul fianco medio sud-orientale del cono del NSEC, probabilmente innescati dall'apertura di nuove bocche effusive alla base del cono, che hanno cominciato ad alimentare una nuova colata di lava diretta verso la Valle del Bove. I crolli hanno generato delle nubi o valanghe di cenere e polvere di color marrone rossastro (Fig. 10), che sono scese oltre la base del cono. Nel corso delle ore successive, l'attività esplosiva è progressivamente diminuita, per cessare del tutto intorno alle ore 15:00 GMT.

Fig. 10. Attività stromboliana alla bocca principale del NSEC (a sinistra) e nube di color marrone rossastro (a destra) causata da frane sul versante sud-orientale del cono, durante l'apertura di nuove bocche effusive in quel settore, intorno alle ore 12:15 GMT del 12 aprile 2013. La foto è stata ripresa da un punto a circa 1.5 km a sud del NSEC da Filippo Murè, INGV-Osservatorio Etneo.

Osservazioni effettuate sul terreno dal personale INGV-OE dopo la cessazione dell'attività parossisitica hanno rivelato che sul basso fianco sud-orientale del cono del NSEC si era formata una depressione ovale in corrispondenza di una delle nuove bocche effusive (Fig. 11), mentre era presente una seconda bocca posta più a valle. Le due bocche continuavano ad alimentare, a tassi molto bassi, una colata di lava che avanzava in più rami, senza superare l'orlo occidentale della Valle del Bove.

Fig. 11. Il fianco sud-orientale del cono del NSEC dopo la conclusione dell'episodio parossistico del 12 aprile 2013, con la depressione di sprofondamento apertasi immediatamente a monte di una delle nuove bocche effusive poco dopo le ore 12:00 GMT (vedi Fig. 10). Foto di Daniele Andronico, INGV-Osservatorio Etneo.

Fig. 12. Una vista panoramica della zona della "sella" fra i due coni del SEC (quello vecchio - "old SEC" - a sinistra e quello nuovo a destra; "SV" indica la posizione della bocca eruttiva posta nella "sella"), dalla quale è uscita la colata lavica visibile in primo piano. Mentre il braccio principale di questa colata si è espansa inizialmente verso sud e poi verso sud-est (verso destra), un secondo ramo più piccolo (visibile nella metà sinistra della foto) è passato fra il più grande degli hornitos del 17 luglio 2001 ("hornito 2001") e il conetto del 2000 ("Sudestino").  Foto di Daniele Andronico, INGV-Osservatorio Etneo.

Si è inoltre osservato che la colata di lava emessa dalla zona della "sella" fra i due coni del SEC si era sostanzialmente espansa verso sud-est in sovrapposizione sulle colate emesse dalla stessa zona durante i parossismi precedenti; tuttavia un piccolo ramo aveva circondato il più grande degli conetti formatisi durante i primi giorni dell'eruzione di luglio-agosto 2001 a ovest, fiancheggiando anche il conetto formatosi nella primavera del 2000 e conosciuto come "Sudestino" (Fig. 12).

Nella serata del 12 aprile 2013, le colate laviche emesse dall'area della "sella" e dalle varie bocche sui fianchi del cono mostravano ancora incandescenza e localmente lento movimento; nel corso della notte le riprese delle telecamere di sorveglianza hanno indicato l'arresto di tutti i fronti lavici e il raffreddamento delle colate. Tuttavia, nella mattinata del 13 aprile 2013, ha ripreso una lenta attività effusiva dalla più bassa delle due bocche apertesi alla fine dell'episodio parossistico alla base sud-orientale del cono del NSEC, e una piccola colata di lava si è espansa per qualche centinaio di metri in direzione della Valle del Bove. Questa colata era tuttora attiva nella serata del 13 aprile (Fig. 13), arrestandosi nelle prime ore del giorno successivo. Nella serata del 14 aprile si è osservata una nuova ripresa, molto debole, dell'attività effusiva, che si è esaurita dopo poche ore.

Fig. 13. Emissione di una piccola colata di lava dalla più bassa delle due bocche effusive apertesi alla conclusione dell'episodio parossistico del 12 aprile 2013 alla base sud-orientale del cono del NSEC (visibile al centro), vista da Zafferana Etnea nella serata del 13 aprile 2013. Si notano due puntini rossi sull'alto fianco nord-orientale del cono, che corrispondono a punti di emissione di gas molto caldo. Foto scattata da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

In tutto, questo episodio eruttivo è durato dal pomeriggio del 8 aprile (data della prima emissione di cenere) fino alla sera del 14 aprile 2013 (data dell'ultima attività effusiva), cioè più di 6 giorni, ed è stato caratterizzato da una fase insolitamente lunga di forte attività stromboliana con solo intermittenti fontane di lava, che ha preceduto la fase parossistica vera e propria, iniziata nella tarda mattinata del 12 aprile. Mentre durante gli episodi parossistici precedenti, dal 12 gennaio 2011 al 3 aprile 2013, il passaggio da forte attività stromboliana a fontane di lava sostenute è stato più repentino, in passato ci sono stati episodi parossistici più simili a quello del 12 aprile. Da ricordare, per esempio, l'episodio del 4-5 settembre 2007, che è stato preceduto da più di una settimana di attività stromboliana in aumento molto graduale; sono avvenuti inoltre diversi episodi parossistici nel 2000 che sembravano "titubare" per molte ore prima di entrare nella fase di fontane di lava sostenute (p.es. 16 aprile 2000 e la mattina del 1 giugno 2000). In termini di intensità dell'attività di fontana di lava l'episodio del 12 aprile 2013 è stato certamente fra i meno significativi nella serie di parossismi iniziatasi a gennaio 2011, e sono modesti anche i volumi delle colate laviche e del materiale piroclastico emessi in questo evento. Tuttavia, sono avvenute importanti mutazioni della morfologia del cono, soprattutto per l'apertura di nuove bocche effusive sia sul fianco sud-orientale sia su quello nord-orientale. Il cono è cresciuto in altezza sull'orlo sud durante la lunga fase di forte attività stromboliana e discontinue fontane di lava, però una parte di questa crescita si è persa nella fase finale del parossismo.