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Progetto Scientifico
Alessandro Bonaccorso1, Stefano Branca1

Selezione immagini vulcanologiche
Alessandro Bonaccorso1, Stefano Branca1, Paola Del Carlo2

Controllo e identificazione soggetti, descrizione delle immagini
Stefano Branca1

(1. Sezione di Catania, 2. Sezione di Pisa)

 

AFT_LOGO

Progetto e coordinamento per archiviazione, digitalizzazione, catalogazione
e pubblicazione web del catalogo

Oriana Goti

Riordinamento, messa in sicurezza, digitalizzazione e catalogazione informatizzata
del materiale fotografico (standard ICCD)

Sandro Coppa

Controllo qualità del catalogo
Cesarina Cheli

  


Prefazione

Da sempre lo spettacolo naturale offerto dai vulcani ha attratto la curiosità dell’uomo, ne ha alimentato nei secoli interesse scientifico ed ispirato l’arte in diverse manifestazioni.
Il periodo che va dalla fine dell’ottocento a metà del novecento rappresenta una fase di particolare fermento e impegno culturale della la ricerca scientifica, tesa ad individuare grandi obiettivi  che continueranno ad essere perseguiti nei decenni successivi.
In questo periodo si colloca lo sviluppo della tecnica fotografica, che prosegue i suoi primi pionieristici passi, e si collocano pure i più importanti studi vulcanologici, che in Italia sono molto sollecitati dalla presenza di importanti vulcani attivi, in particolare come l’Etna e il Vesuvio.
In questo contesto i due aspetti di fotografia e scienza dei vulcani si integrano virtuosamente attraverso l’opera dello studioso Gaetano Ponte, che fu un grande vulcanologo ad anche un esperto e brillante fotografo.
Lo spessore dello scienziato, la sua maestria nell’utilizzo della tecnica fotografica, la presenza ispiratrice dell’Etna e della sua continua attività eruttiva hanno generato attraverso Gaetano Ponte una miscela prodigiosa, che ha prodotto documenti fotografici di rara bellezza artistica ed estrema importanza scientifica.
La maggior parte delle fotografie sono legate ad aspetti vulcanici, con particolare riferimento alle immagini delle numerose eruzioni succedutesi all’Etna nel primo novecento. Quest’aspetto caratterizza il Fondo fotografico G. Ponte come una banca dati completa e unica, per il periodo storico a cui si riferisce, in cui è raccolta e catalogata preziosa documentazione sull’attività e i processi eruttivi.
Sono particolarmente orgoglioso che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia abbia, con impegno e determinazione, attivato e supportato il recupero, la messa in sicurezza e la diffusione di questo pregevole patrimonio fotografico, che sicuramente resterà unico nel suo genere.
      

 

                                                                                     Enzo Boschi

                                                                                       Presidente 
                                                                                           Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

 


Introduzione
Nel panorama mondiale degli studi sulle scienze della Terra una figura di notevole spessore è quella di Gaetano Ponte (1876-1955), il quale riuscì ad affiancare alla ricerca scientifica brillantemente condotta anche l’utilizzo della tecnica fotografica che, sebbene fosse ancora agli albori del suo sviluppo, utilizzò con eccellente maestria.
Le idee e i risultati delle ricerche scientifiche condotte da Ponte, soprattutto nel campo della vulcanologia, sono ben noti attraverso la sua vasta produzione scientifica che eccelle per originalità, rigore scientifico e lungimiranza. Era invece meno noto, e sicuramente meno diffuso, il patrimonio documentaristico realizzato da Ponte attraverso la sua produzione fotografica che va dalla fine del 1800 al 1950. Questa pregevole raccolta fotografica rappresenta un patrimonio unico di documentazione storica dell’attività dei vulcani attivi Italiani, in particolare dell’Etna e di Stromboli, e risulta ancora più impreziosito dal fatto che le immagini, talvolta accompagnate da precisi commenti dell’autore, erano scattate da un esperto scienziato.
L’obiettivo primario della cooperazione tra l’Archivio Fotografico Toscano di Prato (AFT) e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è stato quello di tutelare, catalogare, rivalutare e diffondere la collezione fotografica di Gaetano Ponte con particolare riferimento al significato scientifico in essa contenuto.

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Tessera di membro-corrispondente rilasciata nel 1900 dal Photo-Club di Parigi.


 

Gaetano Ponte - Biografia

Gaetano Ponte nacque il 21 Giugno 1876 a Palagonia, in provincia di Catania. La formazione familiare pregna di cultura scientifica, il padre era un appassionato di scienze naturali che realizzò a Palagonia un osservatorio metereologico, e le spiccate doti personali influirono sicuramente nella scelta professionale del giovane Ponte. Nel 1898, ancora studente liceale, inizia la sua carriera scientifica come assistente nel Regio Osservatorio Astrofisico e Geodinamico di Catania, allora diretto dall’illustre professore Annibale Riccò. Sempre nel periodo giovanile, oltre allo studio si dedica con estremo interesse anche alla fotografia, ai tempi (ultimo decennio dell’ottocento) ancora in una fase pionieristica che ne limitava la facilità e l’immediatezza dell’applicazione. A testimonianza, oltre le prime foto, a questo periodo risale la tessera di appartenenza all’esclusivo circolo francese “Photo-Club de Paris”.

Nel 1903 si laurea in Scienze Naturali presso l’Università di Catania, nello stesso anno al fine di perfezionare le sue conoscenze mineralogiche e petrografiche, si iscrive all’Università di Lipsia dove ebbe come maestro il grande petrografo Ferdinando Zirkel. Durante la sua permanenza all’Università di Lipsia frequenta anche l’Istituto chimico-fisico per esercitarsi nelle analisi quantitative. Rientrato in Italia, dapprima nel 1906 vince il concorso per l’insegnamento di Chimica e Fisica Applicata alla Scuola d’Arti e Mestieri dove mantenne l’incarico per 13 anni, e nel 1907 fu nominato assistente presso l’Istituto di Mineralogia dell’ Università di Catania.

Le osservazioni e gli studi che realizzò sulle eruzioni dell’Etna del 1908 e del 1910 gli fecero guadagnare la stima di numerosi studiosi di chiara fama nazionale e internazionale.

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Gaetano Ponte a Lipsia nel 1904 durante la specializzazione in mineralogia e petrografia.

Nel 1911 ottenne l’incarico per la libera docenza in Mineralogia presso l’Università di Catania. Dal 1915 inizia a eseguire con continuità sopralluoghi e rilievi dei crateri sommitali. Nel 1919 su richiesta della Facoltà di Scienze dell’Università di Catania gli fu assegnata la docenza dell’insegnamento di Vulcanologia.
Nella sua brillante carriera scientifica Gaetano Ponte fu autore di oltre 150 pubblicazioni su svariate tematiche delle scienze geologiche e vulcanologiche. I suoi studi furono pubblicati anche su diverse riviste straniere e internazionali, aspetto non comune ai suoi tempi. Le sue ricerche hanno spaziato dagli studi delle formazioni laviche degli Iblei, all’attività di degassamento dell’Etna e Stromboli, dalle strutture vulcano-tettoniche dell’Etna, alle genesi e sviluppo delle gallerie laviche, dagli studi sulla cenere vulcanica, alla genesi e formazione delle bombe vulcaniche.

Aspetti molto importanti, e di estrema avanguardia e innovazione, furono altresì le tesi di Ponte sulla necessità della sorveglianza sismica nei vulcani attivi, nonché uno scritto su cui si teorizza, precorrendo di gran lunga i tempi, riguardo la possibilità di deviare le colate laviche.
I diversi e approfonditi studi condotti nonché le ampie vedute scientifiche ne fanno un moderno fautore dell’approccio allo studio d’avanguardia e multi-disciplinare dei fenomeni scientifici e in particolare di quelli vulcanici. Questa sua lungimiranza lo porta a sentire l’esigenza di creare un progetto per la realizzazione di un Istituto di Vulcanologia a Catania, comprendendo che la vivacità eruttiva dell’Etna l’avrebbe sicuramente portato ad essere una palestra di inestimabile valore per tutta la comunità scientifica vulcanologica.

Negli anni in cui è docente all’ Università di Catania, Gaetano Ponte svolse un’azione di sensibilizzazione a vario livello presso istituzioni pubbliche e private per avviare in modo stabile la costituzione di un Istituto Vulcanologico.

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Osservatorio Etneo, 2942 m (s.l.m.), con il cratere centrale sullo sfondo. Iscrizione di Gaetano Ponte.

Nel 1926 l’Osservatorio etneo, costruito nel 1879 dall’astronomo Pietro Tacchini a 2942 metri s.l.m. per le osservazioni astrofisiche da molti anni in uno stato di rovina e abbandono, fu annesso alla cattedra di Vulcanologia. A partire dal 1929 Gaetano Ponte inizia la produzione di bollettini sull’attività dei vulcani siciliani che verranno pubblicati con cadenza mensile. Solamente nel 1933 grazie all’emanazione del Regio Decreto n.1179 fu apportata e resa esecutiva la convenzione per il mantenimento dell’Istituto di Vulcanologia nell’Università di Catania. L’istituto, all’epoca, costituiva la prima e unica struttura universitaria europea che avesse come finalità istituzionale lo studio dei vulcani.

Gaetano Ponte assunse la direzione dell’Istituto, che oltre ad essere dotato di un museo e di una stazione sismica, comprendeva l’Osservatorio etneo e la Casa Cantoniera, localizzata a 1880 m, i quali dovevano diventare, secondo il progetto di Ponte, delle stazioni vulcanologiche di alta quota dove posizionare la strumentazione scientifica.
Negli anni seguenti, sebbene a causa dei limitati finanziamenti il progetto scientifico di Gaetano Ponte non sarà completato, l’Istituto Vulcanologico rappresenterà una moderna organizzazione di monitoraggio sistematico dei vulcani attivi siciliani (Etna, Stromboli e Vulcano), la cui attività veniva dettagliatamente rendicontata nel bollettino mensile dell’Istituto secondo criteri scientifici validi ancora oggi.

Gaetano Ponte andò in pensione nel 1954 e morì l’anno seguente a Transacqua in Trentino il 18 luglio.

 

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Gaetano Ponte campiona la colata attiva del 1928.

Il progetto ad ampio respiro culturale e scientifico di un Istituto Vulcanologico rimaneva incompleto, ma sicuramente veniva delineata l’idea e il percorso che poi sarebbero stati ripresi con rinnovato vigore prima con l’attivazione nel 1968 dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia del CNR, sotto il patronato dell’UNESCO e con la guida di un altro esimio scienziato, il professore Alfred Ritmann, e più di recente con l’attivazione nel 1999 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che per decreto legge è istituito anche con finalità di ricerca e monitoraggio sul territorio vulcanico.


 Il fondo fotografico Gaetano Ponte

La passione per la fotografia permise a Gaetano Ponte di documentare l’attività scientifica con una produzione di altissimo livello tecnico e artistico. Dal punto di vista vulcanologico le fotografie di Ponte hanno principalmente documentato: decine di importanti eruzioni dell’Etna nel primo cinquantennio del XX secolo, le attività esplosive e i cambiamenti morfologici dei crateri sommitali dell’Etna, l’attività vulcanica dello Stromboli, gli effetti e i danni di terremoti locali, la realizzazione di osservatori e rifugi. Il fondo comprende anche documentazione di paesaggi, strutture vulcaniche e interessanti riprese aeree. L’archivio fotografico di Gaetano Ponte, conservato presso l’AFT, si compone di una raccolta di circa duemila pezzi costituita in gran parte da negativi, su vetro e pellicola, da positivi su carta e diacolor.

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Gaetano Ponte durante l’eruzione del 1923. Sullo sfondo la fessura eruttiva.

Attualmente il materiale fotografico trattato è di 1620 pezzi. Il restante materiale, meno interessante dal punto di vista sia fotografico che scientifico, sarà comunque soggetto agli interventi di tutela, scansione e catalogazione.


 
La collaborazione AFT - INGV per la valorizzazione del fondo fotografico Gaetano Ponte
Nel 2007 la Sezione di Catania dell’INGV decide di intraprendere l’iniziativa mirata al recupero e alla valorizzazione del Fondo fotografico Gaetano Ponte in deposito presso l’ Archivio Fotografico Toscano. Il fondo era stato lasciato dalla moglie di Gaetano Ponte, Giuseppina Gulizia, ai cugini Pina e Raffaele Calcaterra a casa dei quali ha vissuto fino alla sua morte. I Calcaterra nel 1990 regalarono poi il fondo a Nicoletta Leonardi, apprezzata e conosciuta studiosa di storia della fotografia.
L’Archivio Fotografico Toscano, che ha per finalità la diffusione della cultura fotografica e la tutela e valorizzazione della fotografia, dedica nel 1993 il numero 17 del proprio semestrale “AFT. Rivista di storia e fotografia”, alla presentazione del fondo Ponte, pubblicando circa 50 immagini con un articolo della stessa Leonardi.
Il fondo nel 1993, viene lasciato da Nicoletta Leonardi all’AFT in deposito conservativo finalizzato alla donazione, che avverrà formalmente nel 2008 mentre era già avviato il progetto di recupero e valorizzazione del fondo promosso dall’INGV-CT. Nel giugno 2008 l’AFT e l’INGV-CT stipulano una convenzione per l’ordinamento, messa in sicurezza, acquisizione digitale e catalogazione della raccolta di fotografie del fondo con particolare attenzione alla parte di interesse vulcanologico. L’obiettivo principale comune ai due enti, oltre alla salvaguardia del materiale, è quello di promuoverne la valorizzazione e divulgazione. Grazie alla complementarietà e al rigore degli interventi scientifici, fotografico e vulcanologico, il catalogo informatico integrato di immagini e dati che viene realizzato e reso liberamente accessibile via internet, ha un alto valore aggiunto che raramente si riscontra in cataloghi fotografici, soprattutto se di immagini a carattere scientifico.

Controllo e identificazione dei soggetti e descrizione delle immagini
La fase iniziale di lavoro eseguita sul fondo fotografico è stata quella di visionare oltre 1600 immagini del fondo, costituite principalmente da negativi su vetro e su pellicola, allo scopo di selezionare quelle di carattere squisitamente vulcanologico, geologico e paesaggistico dei vulcani italiani comprendendo anche le immagini quali rifugi e osservatori presenti nel territorio etneo e tutte le immagini di soggetti ritratti nel contesto dell’ambiente vulcanico. Complessivamente sono state selezionate circa 1000 immagini di interesse e su di esse è stato successivamente realizzato un lavoro di dettaglio su ogni singola immagine al fine di identificare il soggetto fotografato e quindi di descriverne sinteticamente il contenuto.

 

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Gaetano Ponte fotografato nel 1948 da Motta S. Anastasia, alle pendici meridionali dell’Etna.

Infatti, solamente circa 220 immagini avevano annotazioni dell’autore mentre per le restanti si è dovuto procedere alla identificazione. Il processo di identificazione si è sviluppato in diverse fasi di analisi, confronto delle immagini, successiva modifica e/o correzione del soggetto identificato. Il lavoro di identificazione si è basato principalmente sulle conoscenze dei vari aspetti che caratterizzano i territori vulcanici quali ad esempio il paesaggio, la morfologia, la geologia e sulle conoscenze dell’attività eruttiva storica dei vulcani italiani. In aggiunta, sono state consultate le numerose pubblicazioni scientifiche di Gaetano Ponte con il duplice scopo di individuare fra le immagini del fondo le fotografie pubblicate nelle riviste e di correlarle con altre immagini che riproducono il medesimo soggetto.

Complessivamente la stragrande maggioranza delle immagini della porzione del fondo selezionata è riconducibile principalmente ai diversi aspetti del territorio dell’Etna (870) che sono stati suddivisi nei seguenti tematismi: Eruzioni, Crateri sommitali, Osservatori e Rifugi, Fotografie aeree, Città e paesi, Collezioni, Panoramiche e Varie. Le rimanenti immagini sono state invece così suddivise: Isole Eolie (86) fra cui quelle di Stromboli sono la stragrande maggioranza; Vesuvio (25); Sicilia (45) fra cui le immagini del Lago di Naftia, nei pressi di Palagonia, sono prevalenti e sono anche fra le immagini più antiche in quanto realizzate da Gaetano Ponte verso la fine del 1800.



Articolo di decrizione del Progetto a cura di:

 Alessandro Bonaccorso e Stefano Branca