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Il parossismo dell'Etna del 5-6 marzo 2013

Fig. 1. Fontana di lava al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) durante l'episodio di fontana di lava avvenuto nella notte fra il 5 e il 6 marzo 2013, vista da Piano del Vescovo (a 6.9 km di distanza dal cratere, sul versante sud-orientale dell'Etna). Si nota la piccola colata di lava che si sta riversando sul fianco sud-orientale del cono del NSEC. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Nella notte fra il 5 e il 6 marzo 2013, è avvenuto un nuovo episodio di fontana di lava (parossismo) al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell'Etna, dopo un intervallo di calma di 5 giorni e mezzo (Fig. 1). Si tratta del settimo episodio di questo tipo in poco più di due settimane; inoltre, negli ultimi giorni, è continuata l'attività stromboliana all'interno della Voragine (VOR), che comunque ha subito delle variazioni importanti dopo il parossismo del NSEC. Molte esplosioni della VOR hanno prodotto getti di materiale incandescente alti fino a 150-200 m sopra l'orlo craterico (Fig. 2). Nella giornata del 5 marzo 2013, si sono osservate anche piccole emissioni di cenere dalla VOR, che hanno generato piccoli sbuffi di color grigio scuro, e spinti dal vento verso nord-est.

Fig. 2. Frames catturati da video registrato dalla telecamera di sorveglianza dell'INGV-Osservatorio Etneo (Catania) sulla Montagnola visibile ad alta sensibilità (EMOH), durante l'intervallo 28 febbraio - 5 marzo 2013. Nel primo frame, del 28 febbraio 2013, si vedono ancora bagliori al NSEC, causati da crolli di materiale ancora caldo depositato durante l'episodio di fontana di lava durante la mattinata dello stesso giorno, e da una piccola colata lavica attiva alla base sud-orientale del cono del NSEC.

Fig. 3. Vista aerea delle colate laviche sulla ripida parete occidentale della Valle del Bove, emesse durante la serie di parossismi al NSEC (visibile in alto) dal 19 al 28 febbraio 2013. Il cratere in basso è Monte Centenari (prodotto durante un'eruzione nel 1852-1853). La colata lavica più a sinistra sta costeggiando i promontori rocciosi di Serra Giannicola; i coni innevati che si vedono a sinistra del NSEC si sono formati durante le eruzioni del 2001 e 2002-2003. Foto ripresa durante un sorvolo in elicottero nel mattino del 5 marzo 2013 da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Osservazioni aeree del 4 e 5 marzo 2013. Nel tardo pomeriggio del 4 marzo e nella mattinata del 5 marzo 2013, sono stati effettuati due sorvoli in elicottero (organizzati dalla ditta Scandinature Films), permettendo di osservare l'attività dei crateri sommitali, e la distribuzione dei prodotti dell'attività eruttiva recente (Fig. 3). Il NSEC mostrava una blanda attività fumarolica (Fig. 4), soprattutto in corrispondenza dell'orlo craterico e da un punto nella "sella" fra il nuovo e il vecchio cono del SEC, mentre le bocche eruttive poste all'interno del cratere e nella "sella" erano interamente inattive.

Fig. 4. Il doppio cono del Cratere di Sud-Est (SEC) visto dall'elicottero guardando in direzione nord, nel pomeriggio del 4 marzo 2013 - a sinistra, il vecchio cono, la cui bocca sommitale è stata in attività per l'ultima volta il 6-7 maggio 2007, e a destra il nuovo cono, che è cresciuto interamente negli ultimi due anni. Si vedono le colate di lava uscite dalla sella fra i due coni durante il parossismo del 28 febbraio 2013. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

La Bocca Nuova (BN) era inattiva; il conetto intracraterico, che era stato la fonte di numerosi episodi eruttivi a partire da luglio 2011, mostrava solo un'attività di degassamento, mentre la VOR produceva frequenti esplosioni stromboliane, con getti di bombe vulcaniche alti 100-150 m sopra l'orlo craterico. Infine, dal Cratere di Nord-Est (NEC) veniva emessa una densa colonna di gas, spesso in forma di sbuffi energetici. La Fig. 5 mostra una vista panoramica con la BN in primo piano, la VOR largamente nascosta da una densa nube di gas, e in fondo il NEC con la sua colonna di gas.

Fig. 5. La Bocca Nuova (in primo piano), la Voragine (largamente oscurata dalla nube di gas al centro dell'immagine) e, sullo sfondo, il Cratere di Nord-Est, visti dall'elicottero nel pomeriggio del 4 marzo 2013. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo.

Fig. 6. (a) Ripresa dell'attività stromboliana al NSEC dopo 4 giorni e mezzo, alle ore 17:54 GMT (=ore locali -1) del 5 marzo 2013; (b) attività stromboliana simultanea alla Voragine (al centro) e al NSEC (a destra) alle ore 21:32 GMT del 5 marzo 2013. Frames estratti da video ripreso dalla telecamera di sorveglianza dell'INGV-Osservatorio Etneo (Catania) sulla Montagnola visibile ad alta sensibilità (EMOH).

Episodio eruttivo del 5-6 marzo 2013 al Nuovo Cratere di Sud-Est. Alle ore 17:54 GMT (=ore locali -1) del 5 marzo 2013, una bocca posta nella parte occidentale del NSEC ha prodotto un'esplosione, che ha lanciato bombe incandescenti fino a qualche decina di metri sopra l'orlo craterico (Fig. 6a). A questa esplosione sono seguite altre, simili, inizialmente separate da intervalli di 15-20 minuti, aumentando gradualmente di frequenza. Allo stesso tempo è continuata l'attività stromboliana alla Voragine (Fig. 6b). Nel corso della serata, l'attività al NSEC si è progressivamente intensificata, e l'ampiezza del tremore vulcanico ha cominciato ad incrementare. Intorno alle ore 23:12 GMT è cominciato un trabocco lavico dalla "sella" fra i due coni del SEC; pochi minuti dopo si è aperta una fessura eruttiva nella parte bassa della "sella", con diverse bocche che mostravano una vivace attività di spattering e basse fontane di lava. Fra le ore 23:17 e 23:18, i getti di lava sono diventati continui, formando una fontana alta 200-300 m sopra l'orlo craterico; questa attività di fontana di lava è bruscamente cessata alle ore 23:25, per riprendere, con molto più energia, alle 23:27. Erano attive diverse bocche all'interno del NSEC, nella "sella" fra i due coni del SEC, e alla base della "sella", dove usciva una colata lavica voluminosa, per espandersi verso sud e sud-est. Intorno alla mezzanotte (GMT), questa colata di lava aveva raggiunto la zona di Belvedere, già invasa da colate di lava durante i parossismi del 21 febbraio (mattina) e del 28 febbraio 2013. Un altro trabocco, molto più scarsamente alimentato, è uscito attraverso la fenditura nell'orl sud-orientale del NSEC (Fig. 1).

Fig. 7. Fontana di lava e colonna eruttiva viste dall'abitato di Linguaglossa, sul fianco nord-orientale dell'Etna, durante l'episodio eruttivo del 5-6 marzo 2013. Nel momento quando è stata scattata la foto, Linguaglossa era sotto la ricaduta di scorie dal diametro di diversi centimetri. Foto ripresa da Massimo Lo Giudice e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore.

Per i 30 minuti successivi, l'attività di fontana di lava è andata avanti con getti di altezza molto variabile, raggiungendo spesso 600-700 m e talvolta superando 800 m di altezza. Una colonna eruttiva, carica di materiale piroclastica, si è alzata diversi chilometri sopra la sommità dell'Etna (Fig. 7), ed è stata piegata dal vento in direzione nord-est. La ricaduta di materiale piroclastico grossolano, e in gran parte incandescente, era molto intensa sull'alto versante nord-orientale dell'Etna, ricoprendo tutta la zona della Valle del Leone, Pizzi Deneri e Serra delle Concazze di bombe e scorie incandescenti. Più a valle, a Linguaglossa, sono cadute scorie pluricentimetriche; ricaduta di cenere e lapilli è stata segnalata anche da Piedimonte Etneo, Fiumefreddo, Taormina ed altre località lungo la costa ionica messinese. La Fig. 8 mostra il deposito di scorie nella zona dei Monti Sartorius, sul versante nord-orientale etneo, a 5 km di distanza dal NSEC.

Fig. 8. Deposito piroclastico (scorie) sul versante nord-orientale dell'Etna, nel bosco di betulle nei dintorni dei Monti Sartorius. Questa zona già interessata dalla ricaduta piroclastica del 23 febbraio 2013, è stata ricoperta di nuovo da 5 cm di scorie durante il parossismo del 5-6 marzo 2013. Le dimensioni dei frammenti variano fra 5 e 30 cm in questa zona. Foto ripresa il 8 marzo 2013 da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo

Poco dopo le ore 00:00 GMT del 6 marzo, le fontane di lava hanno cominciato a diminuire di altezza; nel giro di pochissimi minuti, l'attività esplosiva è quasi del tutto cessata e dopo le ore 00:06 si osservavano solo sporadiche e deboli esplosioni stromboliane. In questo stesso intervallo, comunque, si è attivata una bocca sul basso fianco sud-orientale del cono del NSEC, che ha mostrato una vivace attività di spattering ed ha emesso una colata di lava ben alimentata. Questa attività si è protratta almeno fino alla mattina del 7 marzo, quando le condizioni meteorologiche in peggioramento hanno impedito l'osservazione visiva.

E continuata inoltre l'attività stromboliana alla Voragine, mostrando però un peculiare comportamento oscillante, con brevi episodi di intensa attività stromboliana alternando con intervalli di quiete quasi totale. Queste oscillazioni si sono anche manifestate chiaramente nell'ampiezza del tremore vulcanico, che durante le 24 ore dopo l'episodio parossistico del NSEC ha mostrato una ventina di piccoli picchi.