Attività dell'Etna e dello Stromboli, 27 febbraio - 2 marzo 2013
Fig. 1. Mappa (a cura del Laboratorio di Cartografia dell'INGV-OE) dei crateri sommitali dell'Etna, con la posizione delle bocche in attività durante l'attività eruttiva degli ultimi 10 giorni. NEC=Cratere di Nord-Est; VOR=Voragine; BN=Bocca Nuova, SEC=Cratere di Sud-Est (non attivo dal 2007); NSEC=Nuovo Cratere di Sud-Est; "Sudestino"=bocca eruttiva che si è formata nella primavera del 2000 alla base del SEC; 2001 hornito=prima fessura eruttiva dell'eruzione di luglio-agosto 2001; 2850 vent e 2800 vent=bocche eruttive apertesi il 20-21 febbraio 2013 nei pressi della stazione di monitoraggio di Belvedere; TDF=Torre del Filosofo. Nota che da molti anni la bocca del NEC (indicata in color arancione) è sempre aperta con magma degassante in profondità, però senza attività eruttiva in superficie. La zona indicata in color marrone chiaro è l'area di collasso nella "sella" fra i coni del SEC e del NSEC avvenuto durante il parossismo del 28 febbraio 2013. Le linee in color arancione sono le fessure eruttive della "sella" e sul fianco sud-orientale del cono del NSEC, che si sono attivate durante i parossismi a partire dal 20 febbraio 2013.
Il mese di febbraio 2013 all'Etna è terminato con spettacolari episodi eruttivi alla Bocca Nuova (BN) e al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC), e con la ripresa dell'attività eruttiva alla Voragine (VOR), che era rimasta inattiva da ottobre 1999. I crateri sommitali dell'Etna con le bocche eruttive che hanno partecipato all'attività recente sono riportati in Fig. 1. Allo Stromboli hanno ripreso i periodici trabocchi di lava dalla terrazza craterica.
Fig. 2. L'episodio eruttivo della Bocca Nuova del 27 febbraio 2013. Oltre ad un'intensa attività stromboliana e basse fontane di lava, si sono osservate anche emissioni di cenere marrone, probabilmente causati da crolli all'interno del cratere. Foto ripresa da Adrano, sul basso versante sud-occidentale dell'Etna, da Roberto Schillaci e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore (foto originale su Flickr)
Episodio eruttivo del 27 febbraio 2013 alla Bocca Nuova. Nel mattino del 27 febbraio 2013, ha avuto inizio un episodio di intensa attività stromboliana e basse fontane di lava all'interno della BN, il più grande dei crateri sommitali dell'Etna (Fig. 2). Questo nuovo episodio è avvenuto tre giorni e mezzo dopo l'ultimo episodio parossistico al vicino NSEC, e cinque giorni dopo un episodio di modesta attività stromboliana alla stessa BN. La novità di questo evento è che sembra ne abbia partcipato anche la VOR, spesso anche detta "Cratere Centrale" (per precisione, la BN e la VOR costituirebbero il Cratere Centrale dell'Etna). L'ultima attività magmatica della VOR risale al autunno del 1999.
Già nella notte fra il 26 e il 27 febbraio, si era osservato un graduale aumento nell'attività sismica e dell'ampiezza del tremore soprattutto alla stazione del Cratere del Piano (ECPN), facendo sospettare che si stesse risvegliando la BN. All'alba, è stata osservata una copiosa emissione di vapore dalla BN, spesso a sbuffi energetici; questo tipo di fenomeno nelle ore successive si è lentamente intensificato. Fra le ore 09:30 e 09:45 GMT (=ore locali -1), l'ampiezza del tremore è aumentata repentinamente; nello stesso intervallo i sistemi di sorveglianza visiva e termica dell'INGV-OE hanno mostrato la formazione di una colonna eruttiva composta largamente da vapore, e l'emissione di materiale caldo nelle riprese termiche (Fig. 3a).
Fig. 3. A sinistra: immagine termica ripresa dalla telecamera termica dell'INGV-OE sulla Montagnola (EMOT), che rivela una colonna eruttiva contentente materiale piroclastico caldo (colori gialli-rossi-bianchi), alle ore 10:58 GMT (=ore locali -1). A destra: emissione di cenere alle ore 12:15 GMT, registrata dalla telecamera visiva sulla Montagnola (EMOV).
In alcuni intervalli, la colonna di vapore emessa dalla BN conteneva modeste quantità di cenere vulcanica di color marrone rossastro, soprattutto negli intervalli dalle 11:15 alle 11:20 GMT e dalle 12:14 alle 12:16 GMT (Fig. 3b), che hanno portato alla ricaduta di piccole quantità di cenere molto fine nell'area fra Zafferana e Santa Venerina, sul versante sud-orientale dell'Etna. Le emissioni di cenere erano probabilmente il risultato di crolli sulla parete interna del cratere; la bocca eruttiva, che è ubicata nella parte sud-orientale del cratere, è addossata alla parete e il rapido accumulo di materiale piroclastico in questa zona può aver facilitatò il franamento di materiale instabile.
Durante la fase di più intensa attività eruttiva, è stato osservato da personale INGV presente sul terreno, che bombe vulcaniche cadevano fuori dall'orlo craterico sul fianco sud-occidentale del cono centrale (Fig. 4). Inoltre, è stata osservata anche una intensa attività esplosiva alla VOR, che dai primi di ottobre 1999 non aveva mostrato attività magmatica. L'attività ha cominciato a diminuire intorno alle ore 12:20 GMT, come si è visto anche dall'ampiezza del tremore vulcanico in discesa; alle ore 13:30 GMT, l'episodio era sostanzialmente concluso, anche se è continuato un degassamento forte sia dalla BN sia dalla VOR.
Fig. 4. Attività esplosiva all'interno della Bocca Nuova, con lancio di bombe vulcaniche ben oltre l'orlo craterico (nella parte destra della foto), ed emissione di cenere (a sinistra). Foto ripresa dal fianco sud-occidentale del cono centrale dell'Etna (che contiene sia la Bocca Nuova sia la Voragine) nella tarda mattinata del 27 febbraio 2013 da Francesco Ciancitto, INGV-Osservatorio Etneo
Nella serata del 27 febbraio, sono stati intensi bagliori provenienti dalla zona del Cratere Centrale dell'Etna. Osservazioni effettuate da diverse persone dalle zone di Bronte (versante occidentale dell'Etna) e Giarre e Riposto (versante orientale dell'Etna) hanno permesso di costatare che la fonte principale di questi bagliori era la VOR, dove era in corso una vivace attività stromboliana (Fig. 5a); tuttavia sembra che anche la BN abbia prodotto un'attività stromboliana meno intensa e discontinua (Fig. 5b). Questa attività, che spesso ha lanciato bombe vulcaniche incandescenti fino a 150 m sopra l'orlo craterico (Fig. 6a), si è protratta per tutta la notte, e stava continuando ancora quando il NSEC ha cominciato a mostrare segni di ritornare in attività dopo più di 4 giorni di calma.
Fig. 5. (a) Attività stromboliana alla Voragine nella serata del 27 febbraio 2013, fotografata da Giarre (sul basso versante orientale dell'Etna). A sinistra, si vede il cono del NSEC, dal quale alcune colate di lava, ormai ferme, si estendono verso il basso a sinistra; dietro il NSEC si vede una nube di gas emessa dalla Bocca Nuova ed illuminata possibilmente da modesta attività stromboliana all'interno del cratere. A destra, il Cratere di Nord-Est emette una densa colonna di gas. La striscia nera che passa obliquamente alla base del Cratere di Nord-Est verso la destra è il deposito piroclastico dell'episodio parossistico del 23 febbraio 2013 al NSEC. Foto ripresa da Giovanni Puglionisi e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore. (b) Attività stromboliana simultanea alla Voragine (a sinistra) e alla Bocca Nuova (a destra), nella serata del 27 febbraio 2013, vista da Adrano (sul versante sud-occidentale dell'Etna). Foto ripresa da Roberto Schillaci e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore
Fig. 6. Frames estratti da video ripreso dalla telecamera di sorveglianza dell'INGV-Osservatorio Etneo (Catania) sulla Montagnola visibile ad alta sensibilità (EMOH), la mattina del 28 febbraio 2013. (a) Lancio di materiale piroclastico incandescente dalla Voragine alle ore 03:22 GMT. (b) Attività stromboliana alla Voragine (al centro) e piccole esplosioni al NSEC (a destra), alle ore 04:39 GMT.
Episodio eruttivo del 28 febbraio 2013 al Nuovo Cratere di Sud-Est. Nelle ore mattutine, prima dell'alba del 28 febbraio 2013, i sistemi di sorveglianza visiva dell'INGV-OE hanno registrato l'inizio di una debole attività esplosiva al NSEC (Fig. 6b). Con la luce del giorno, si sono osservati anche piccoli sbuffi di cenere. Alle ore 08:17 GMT, è apparsa una piccola anomalia termica proveniente dalla parte occidentale del NSEC, nelle immagini riprese dalla telecamera termica dell'INGV-OE sulla Montagnola (EMOT), evidenza di una debole attività stromboliana nell'area dell'ex "pittino". Alle ore 08:30 GMT, si sono osservate anche esplosioni stromboliane dalla bocca principale, al centro del NSEC. Contemporaneamente, ha cominciato a crescere l'ampiezza del tremore vulcanico. Nell'ora successiva, l'attività eruttiva al NSEC si è gradualmente intensificata, mentre l'ampiezza del tremore vulcanico si è alzata repentinamente, seguendo un trend ormai caratteristico degli episodi eruttivi ai crateri sommitali dell'Etna; alle 09:30, erano in attività almeno tre bocche eruttive, fra l'ex "pittino" a ovest, e due bocche all'interno del NSEC. Questa attività ha generato una nube di gas carica di modeste quantità di cenere vulcanica.
Fig. 7. Fontana di lava dall'ex "pittino", che occupava la sella fra il vecchio cono del SEC (a sinistra) e il cono del NSEC (qui completamente nascosto dalla ricaduta di materiale piroclastico delle fontane di lava), durante la fase di massima intensità dell'episodio parossistico del 28 febbraio 2013. La cospicua nube di vapore bianco e cenere marrone in primo piano è generata dal collasso della sella fra i due coni. Foto ripresa da Monte Frumento supino, a circa 1.5 km a sud del NSEC da Francesco Ciancitto, INGV-OE
Alle ore 09:40 GMT, è cominciato un trabocco lavico attraverso la fenditura che taglia l'orlo sud-orientale del NSEC; 25 minuti più tardi, l'attività esplosiva ha cominciato a intensificarsi repentinamente, e sono apparse le prime fontane di lava, che si sono alzate circa 100 m sopra l'orlo craterico. Dopo le ore 10:15 GMT sono avvenute frequenti esplosioni molto forti, che hanno generato onde di compressione ("flashing arcs"), lanciando bombe vulcaniche su tutto il cono del NSEC. L'attività si è intensificata ulteriormente fra le 10:17 e le 10:22, con la comparsa di una cospicua nube di vapore e cenere marrone che veniva emessa dalla zona della "sella" fra i due coni del SEC (Fig. 7). Questa nube marcava il progressivo collasso di gran parte della "sella", che in sostanza ha distrutto l'intero versante sud-occidentale del cono del NSEC. Il collasso è stato probabilmente innescato dalla spinta di magma attraverso la "sella" già strutturalmente indebolita dopo i parossismi della settimana precedente.
Fig. 8. Nube eruttiva alta diversi chilometri, prodotta dall'episodio eruttivo al NSEC del 28 febbraio 2013, vista da Naso (ME), vicino alla costa tirrenica della Sicilia. Foto ripresa da Giorgio Costa e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore (foto originale su Flickr) |
Una colata lavica voluminosa è uscita attraverso la profonda fenditura lasciata dal collasso, dirigendosi prima a sud e poi a est-sudest, in direzione della stazione di monitoraggio, Belvedere. Anche le bocche eruttive a quota 2850 m, alla base del cono del NSEC (2850 vent in Fig. 1), hanno emesso lava, che si è unita alla colata lavica alimentata dallo stesso NSEC. L'attività di fontane di lava sostenute, con intensa ricaduta di materiale piroclastico sul vecchio cono del SEC e generazione di una densa nube di gas e cenere, è andata avanti con massima energia per circa 20 minuti. La nube di cenere è stata spinta dal vento verso est (Fig. 8), portando alla ricaduta di abbondanti quantità di cenere e scorie nell'area compresa fra Milo-Fornazzo a monte e Giarre-Riposto sulla costa ionica. Alle ore 10:42 l'attività ha cominciato a diminuire, mentre dalla zona della "sella" franata, si sono alzate dense nubi di vapore e cenere grigio-marrone. Verso le ore 10:50, l'attività all'ex "pittino" è diventata freatomagmatica, con l'emissione di vapore e cenere, e lancio di blocchi umidi e caldi, formando spettacolari scie di condensazione. Poco dopo le ore 11:00 GMT, è cessata l'attività esplosiva al NSEC, mentre l'emissione di lava sia dalla zona della "sella" collassata, sia dal fianco sud-orientale del cono del NSEC è continuata con tassi di effusione in lenta diminuzione. |
Fig. 9. Queste immagini illustrano lo stato della stazione di monitoraggio di Belvedere nella mattinata del 27 febbraio 2013, dopo l'invasione parziale del sito dalle lave del parossismo del 20 febbraio 2013 mattina, e l'intrusione magmatica passata sotto il sito nelle prime ore del 21 febbraio, che hanno portato all'apertura della bocca effusiva a quota 2800 m (indicata come "2800 vent" in Fig. 1=) e una cospicura fratturazione del suolo nell'area di Belvedere. Il sito è stato nuovamente invaso da una colata di lava dopo il parossismo del 28 febbraio, risultando nella perdita della stazione sismica "EBEL". Foto riprese da Stefano Branca, INGV-OE
Durante le ore consecutive, le colate di lava hanno continuato ad avanzare, sia dalle bocche a quota 2850 m, in direzione della Valle del Bove, sia dall'area della "sella" collassata, in direzione di Belvedere. Nel corso del pomeriggio del 28 febbraio, la lava ha invaso l'area degli strumenti di monitoraggio di Belvedere, già interessata in precedenza dalla lava dell'episodio parossistico del 20 febbraio mattina, e l'evento di fratturazione e intrusione magmatica della mattina del 21 febbraio, che ha portato all'apertura della bocca eruttiva a quota 2800 m (2800 vent in Fig. 1). La Fig. 9 mostra lo stato di Belvedere il giorno prima del parossismo del 28 febbraio; gli strumenti presenti in questo sito hanno continuato a registrare e trasmettere dati ancora per diverse ore dopo la conclusione di questo parossismo. Tuttavia, nel pomeriggio del 28 febbraio, la stazione sismica "EBEL" (Belvedere) ha smesso di funzionare.
L'emissione di lava dalle bocche della "sella" e di quota 2850 m è continuata durante la notte fra il 28 febbraio e il 1 marzo 2013, ed è cessata durante le ore diurne del 1 marzo. E' continuata invece, senza significative variazioni, l'attività stromboliana della VOR, ed è stata osservata direttamente da personale INGV durante un sopralluogo effettuato la mattina del 1 marzo (Fig. 10). In quella occasione si è anche notato che tutto il fianco orientale del cono centrale era coperto da un continuo deposito piroclastico, probabilmente prodotto dall'episodio eruttivo del 27 febbraio alla BN e alla VOR. Al momento di messa in rete di questo rapporto (3 marzo 2013, ore 10 GMT), l'attività stromboliana della VOR è tuttora in corso.
Fig. 10. Attività stromboliana all'interno della Voragine, vista dall'orlo orientale del cratere, nella tarda mattinata del 1 marzo 2013. Si nota un deposito fresco di materiale piroclastico scuro sull'orlo craterico occidentale, sullo sfondo. A destra si intravede il fianco meridionale del cono del NEC; la BN è all'estrema sinistra. Foto ripresa da Francesco Ciancitto, INGV-OE
L'effetto più marcato dell'episodio parossistico al NSEC del 28 febbraio è il collasso della "sella" fra i due coni del SEC, che ha coinvolto anche parte del fianco sud-occidentale del cono del NSEC e la base orientale del vecchio cono del SEC (Fig. 11). Dall'area di collasso sono state emesse, oltre alla colata lavica principale diretta verso Belvedere, anche due piccole colate di lava, che si sono espanse per qualche centinaio di metri verso sud-ovest, fra i conetti del "Sudestino" e del 17 luglio 2001 (Fig. 1).
Fig. 11. L'area di collasso nella "sella" fra i due coni del SEC (quello vecchio a sinistra, e quello nuovo a destra), 24 ore dopo l'episodio parossistico del 28 febbraio 2013, vista da sud. Il collasso ha coinvolto una parte significativa del fianco sud-occidentale del cono del NSEC, e il basso versante orientale del vecchio cono del SEC. Nella parte centro-sinistra, davanti al vecchio cono del SEC, si vede l'hornito del 2001 (vedi Fig. 1 per l'ubicazione). Foto ripresa da Tonino Giorgianni e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore.
Stromboli: nuovi trabocchi lavici dalla terrazza craterica. Dopo un intervallo di 10 giorni di attività stromboliana normale, lo Stromboli ha ricominciato a produrre piccoli trabocchi lavici dalla sua terrazza craterica nel pomeriggio del 27 febbraio 2013. Questo trabocco è cessato nella notte successiva; un secondo episodio di trabocco lavico è iniziato la sera del 1 marzo 2013 ed è cessato nel pomeriggio del giorno successivo. Ambedue i trabocchi erano stati alimentati da una continua attività di spattering (lancio di brandelli di lava fluida) dalla bocca N2, che si trova in cima ad un conetto di spatter (hornito) posto sull'orlo settentrionale della terrazza craterica.