Logo

Attività dei vulcani siciliani durante il mese di luglio 2011

20110729_cenere_730

Immagine emblematica dell'impatto dell'attività eruttiva etnea sulle zone popolate interessate dalle ricadute di materiale piroclastico durante il mese di luglio 2011: una scena ripresa all'ingresso del paese di Milo, sul versante orientale del vulcano, dopo due piogge di cenere e lapilli causate dai parossismi del 19 e 25 luglio. 36 ore dopo, questo abitato, assieme a diversi altri centri abitati già colpiti dagli stessi due parossismi, sarebbe stato soggetto ad un'ulteriore pioggia di materiale piroclastico, nella serata del 30 luglio 2011. Foto ripresa nella mattinata del 29 luglio 2011 da Boris Behncke, INGV-Catania

ETNA

Il mese di luglio 2011 è stato caratterizzato da una notevole intensificazione dell’attività eruttiva dell’Etna, con quattro episodi parossistici dal cratere posto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est (CSE), e una breve fase di attività stromboliana ed effusiva intracraterica nella Bocca Nuova (BN), la prima attività magmatica di rilievo di questo cratere da 10 anni. Per tutto il mese, è stato osservato un forte degassamento dal Cratere di Nord-Est (CNE), dove sono continuate le consuete esplosioni profonde all’interno del condotto.

Cratere di Sud-Est
Durante i primi giorni di luglio, si osservata la solita attività fumarolica da un’estesa area sull’alto versante orientale del vecchio cono del CSE, la cui ultima attività eruttiva risale al parossismo del 6-7 maggio 2007. Il giorno 5 luglio, ha avuto inizio una debole attività stromboliana all’interno del nuovo cratere (già “cratere a pozzo” o “pit crater”), che è ubicato sul fianco orientale del vecchio cono, che è continuata nei giorni successivi, per intensificarsi nella notte fra il 7 e l’8 luglio. Tale intensificazione è stata accompagnata da un repentino aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico; tuttavia dopo le ore 0800 GMT (= ore locali -2), sia l’ampiezza del tremore sia l’attività stromboliana hanno mostrato una marcata diminuzione, seguita dalla cessazione di ogni attività eruttiva nella tarda mattinata del giorno 8.

Etna_20110709_Scollo_400

Una colonna eruttiva si alza diversi chilometri sopra il cratere attivo posto sul fianco orientale del vecchio cono del Cratere di Sud-Est (appena visibile alla sinistra della base della colonna eruttiva) all'acme del parossismo del 9 luglio 2011. Vista dai pressi dell'Osservatorio Astrofisico dell'Università di Catania, sul versante sud-occidentale dell'Etna. Foto ripresa da Simona Scollo, INGV-Catania

Parossismo del 9 luglio 2011

La mattina del giorno successivo (9 luglio) verso le ore 0600 GMT, si è osservata una ripresa dell’attività stromboliana, che successivamente si è rapidamente intensificata; allo stesso tempo l’ampiezza del tremore vulcanico ha mostrato un forte aumento, accompagnato dallo spostamento della sorgente del tremore dalla precedente posizione sotto il CNE verso il CSE. A partire dalle ore 1115 GMT la lava ha cominciato a traboccare l’orlo orientale del cratere, mentre l’attività stromboliana era caratterizzata da esplosioni i cui prodotti ricadevano lungo i fianchi del cono che contorna il cratere. Intorno alle ore 1350 GMT l’attività stromboliana è evoluta in attività di fontana di lava con la formazione di una colonna eruttiva che ha prodotto la ricaduta di materiale piroclastico nel versante meridionale dell’Etna, interessando la città di Catania e diversi paesi fra cui Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Mascalucia, Gravina e numerosi altri centri abitati. La ricaduta di cenere ha inoltre causato la chiusura dell’aeroporto di Fontanarossa di Catania, che ha ripreso le operazioni nella mattinata del 10 luglio.

Contestualmente la colata lavica si divideva in numerosi flussi che si sviluppavano lungo la parete occidentale della Valle del Bove; il fronte più avanzato ha raggiunto una quota di circa 1900-2000 m attestandosi subito a monte di M. Centenari. L’attività eruttiva ha cominciato a diminuire di intensità a partire dalle ore 1515 GMT circa quando l’attività ritornava ad essere di tipo stromboliano e si è conclusa definitivamente verso le ore 1740 GMT. Un sopralluogo, eseguito da personale INGV-Catania durante il parossismo, ha permesso di realizzare una serie di campionamenti dei prodotti fino ad una quota di circa 2800 m, in località Belvedere, dove le dimensioni massime delle bombe vulcaniche era di circa 30-40 cm.

Il parossismo del 9 luglio è stato il quinto episodio di questo tipo al cratere attivo sul fianco orientale del cono del CSE ed è stato preceduto da un intervallo di relativa quiete di 58 giorni (dopo il parossismo precedente, nelle prime ore del 12 maggio 2011). Questo evento è stato caratterizzato da un incremento nell’intensità dell’attività eruttiva (da una blanda attività stromboliana a pieno fontanamento e colonna di cenere) molto più rapido rispetto agli episodi parossistici precedenti.

Parossismo del 19 luglio 2011

Una settimana dopo il parossismo del 9 luglio, nella mattinata del giorno 16, una serie di emissioni di cenere dal cratere attivo sul fianco orientale del cono del CSE ha preceduto la ripresa di un’attività stromboliana accompagnata da forti boati; le esplosioni sono diminuite nel pomeriggio dello stesso giorno, ma una debole attività stromboliana era in corso il giorno successivo. Nella serata del giorno 18, l’attività stromboliana ha cominciato ad aumentare sia di intensita sia di frequenza delle esplosioni.

Etna_20110719day_SalvatoreAllegra_730

Colata lavica emessa durante il parossismo del 19 luglio 2011 sulla parete occidentale della Valle del Bove, vista da Monte Zoccolaro poco dopo la cessazione dell'attività di fontanamento lavico dalla bocca attiva posta sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est (visibile in alto). Una piccola colata reomorfica sta scendendo sul fianco meridionale del cono piroclastico formatosi attorno al cratere attivo (nella parte più in alto a sinistra del campo lavico). Foto ripresa da Salvatore Allegra e pubblicata qui con il gentile permesso dell'autore. (Fonte: Salvatore Allegra su Flickr)

Verso le ore 0000 GMT del 19 luglio, contemporaneamente ad un rapido aumento nell’attività esplosiva, una colata di lava ha traboccato l’orlo orientale del cratere; pochi minuti dopo una fontana pulsante ha prodotto dei getti di lava spesso molto inclinati particolarmente verso sud, causando la ricaduta di abbondanti brandelli di lava ancora fluida sul versante del cono che si è formato intorno al cratere nel corso dei parossismi di questo anno. La colata alimentata dal trabocco verso est si è riversata sul ripido versante occidentale della Valle del Bove, dividendosi in diversi rami, e raggiungendo approssimativamente la stessa distanza della colata del 9 luglio, fermandosi poco a monte di M. Centenari.

Nel frattempo, la forte ricaduta di abbondanti brandelli lavici fluidi sul fianco meridionale del cono, ha generato alcuni flussi lavici reomorfici, il più grande dei quali ha raggiunto la base del cono e poi formato una breve colata verso sud-est, lunga poche centinaia di metri. Una densa nube di gas e cenere si è alzata circa 1.5-2 km sopra la cima del vulcano, piegandosi verso est sotto il vento. Ricadute di materiale piroclastico sono state osservate nel settore orientale del vulcano, interessando i centri abitati fra Fornazzo, Milo e la costa ionica nei pressi di Giarre e Riposto. L’attività parossistica è continuata senza maggiori variazioni fino alle ore 0230 GMT, dopodiché la fontana di lava è diventata intermittente, per essere poi seguita da una lunga serie di forti esplosioni accompagnate da boati udibili in un vasto settore del vulcano. L’attività si è esaurita completamente verso le ore 0300 GMT.

Parossismo del 25 luglio 2011

Nella serata del 24 luglio, poco dopo il tramonto, è iniziata una vivace attività stromboliana dal cratere attivo sul fianco orientale del cono del CSE. Tale attività è andata incrementando, assieme all’ampiezza del tremore vulcanico, durante la notte, e verso le ore 0130 GMT del giorno 25, una colata lavica ha superato l’orlo orientale del cratere, generando una colata lavica che ha preso lo stesso percorso delle colate emesse durante i parossismi precendenti. Fra le ore 0230 e 0300 GMT, l'attività stromboliana è gradualmente passata ad una fontana di lava pulsante, accompagnata da una crescente emissione di cenere.

Etna_20110725_Ercolani_730

Fontana di lava e nube di cenere, con abbondante ricaduta di materiale piroclastico in area prossimale al cratere attivo posto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est (nella parte sinistra dell'immagine), vista da Sant'Alfio sul versante orientale dell'Etna nel mattino del 25 luglio 2011. Si nota la densa nube in area sommitale, causata dal vento fortissimo in condizioni di alta umidità dell'aria. La cresta settentrionale (Serra delle Concazze) della Valle del Bove è visibile nella parte destra in basso dell'immagine. Foto ripresa da Andrea Ercolani e pubblicata qui con il gentile permesso dell'autore (Fonte: Siciltrek di Andrea Ercolani)

Nel frattempo, la colata lavica si è divisa in diversi bracci paralleli scendendo sul ripido pendio della parete occidentale della Valle del Bove, per arrestarsi alla base del pendio nei pressi di M. Centenari. L'altezza massima della fontana di lava, fra le ore 0400 e 0500 GMT, è stata intorno a 250-300 m con alcuni getti alti fino a 350 m; la nube di gas e cenere è stata spinta dal forte vento verso est. Ricadute di cenere sono state segnalate da molti centri abitati fra Fornazzo e Milo a monte fino alla costa ionica nei pressi di Riposto. Come nel caso del parossismo precedente (19 luglio), la fase finale di questo episodio è consistita in una prolungata serie di esplosioni violente, che hanno generato dei forti boati udibili in tutta la fascia popolata nei settori sud-orientale ed orientale del vulcano.

Parossismo del 30 luglio 2011

Una debole attività stromboliana è iniziata al medesimo cratere nel pomeriggio del 28 luglio 2011. Tale attività, che consisteva in sporadiche esplosioni con lanci di materiale incandescente fino a qualche decina di metri sopra l’orlo del cratere, si è conclusa interamente nel corso della notte, e durante il giorno 29 non si è osservata alcuna attività eruttiva al CSE.

Nelle prime ore mattutine del 30 luglio, è apparso un debole ed intermittente bagliore in corrispondenza con il cratere attivo, che hanno mostrato una progressiva intensificazione nelle ore successive, e verso le ore 0800 GMT, il cratere mostrava una intensa attività stromboliana accompagnata da forti detonazioni ed espulsione di brandelli lavici per alcune decine di metri sopra l'orlo craterico. Molto di questo materiale ricadeva all'interno del cratere, ma alcune esplosioni depositavano materiale piroclastico grossolano anche sui fianchi esterni del cono piroclastico intorno al cratere. Delle piccole quantità di cenere molto fine e diluita sono state spinte verso est dal vento. Si è osservato inoltre un piccolo trabocco lavico, attraverso la profonda "nicchia" che taglia l'orlo orientale del cratere, fino ad una distanza di circa 100 m.

Quest’attività eruttiva, segnata anche da un sensibile aumento del livello medio del tremore vulcanico, rimaneva sostanzialmente costante fino al primo pomeriggio, quando subiva un deciso decremento di intensità, sia in termini geofisici che vulcanologici.

Verso le ore 1700 GMT, il livello medio del tremore tornava a risalire, contestualmente ad una evidente ripresa dell’attività stromboliana. Verso le ore 1730, iniziava ad essere nuovamente evidente un pennacchio di gas e cenere, che continuava ad essere sospinto dai venti verso Est. L’attività stromboliana aumentava progressivamente di intensità in modo più rapido rispetto alla mattinata, fino a formare getti continui di lava incandescente verso le ore 1930 GMT; nei 5 minuti successivi questa attività è evoluta in pieno fontanamento sostenuto. Contestualmente, prendeva vigore anche un cospicuo trabocco lavico, che nelle ore successive si sarebbe allargato a ventaglio per circa 3 km di lunghezza lungo la parete occidentale della Valle del Bove, raggiungendone il piede (circa 2000 metri di quota sul mare) verso le ore 2100 GMT. Il pennacchio di ceneri e lapilli era preso in carico dai venti e sospinto verso Est, ricadendo al suolo sul quadrante orientale del vulcano.

Etna_20110730_AndreaSalemi_730

Colata di lava formatasi durante il parossismo del 30 luglio 2011 sulla parete occidentale della Valle del Bove, fotografata nelle prime ore del giorno 31 da Monte Zoccolaro. Si notano i numerosi bracci lavici, il più lungo dei quali sta scendendo sul terreno a pendenza relativamente pianeggiante a nord e nord-est di Monte Zoccolaro (in basso al centro), con fronti ben più avanzati rispetto ai parossismi precedenti (eccetto quello del 12-13 gennaio 2011). Foto ripresa da Andrea Salemi e pubblicata qui con il gentile permesso dell'autore (Fonte: Andrea Salemi su Flickr)

Durante la sua fase di massima intensità, i brandelli lavici erano violentemente espulsi fino ad una altezza valutata in circa 450-500 metri rispetto all’orlo craterico, ricadendo abbondantemente lungo i fianchi esterni del con piroclastico, fino ad una distanza di circa 200-300 metri. I jet di lava incandescente emergevano almeno da due punti posti all’interno del cratere e sul suo fianco orientale, secondo un allineamento orientato circa Ovest-Nordovest-Est-Sudest.

Dalle ore 2130 GMT in poi, l’attività eruttiva decresceva di intensità, fino a cessare del tutto poco dopo la mezzanotte. I flussi lavici, tuttavia, rimanevano ancora mobili ed incandescenti per scorrimento gravitativo per alcune ore, pur raffreddandosi rapidamente poichè non più alimentati.

Nel suo complesso, questo ottavo episodio parossistico è durato meno di un giorno, con una fase iniziale caratterizzata da debole attività stromboliana lunga circa 10-12 ore, ed una fase di fontana di lava concentrata in due-tre ore. L'episodio è avvenuto 5 giorni e mezzo dopo quello precedente, nella mattinata del 25 luglio, così raccorciando ulteriormente l'intervallo fra un parossismo e l'altro. Dall'inizio dell'anno, gli intervalli fra episodi parossistici sono quindi stati di 36, 51, 32, 58, 10, 6 e 5.5 giorni.

Si è trattato inoltre dell'episodio più intenso da quello iniziale, nella notte fra il 12 e 13 gennaio, con fontane di lava sostenute, diversamente dagli episodi precedenti con fontane piuttosto pulsanti e raramente più alte di 250-300 m. La colata lavica prodotta dal parossismo del 30 luglio ha superato in lunghezza quelle emesse fra febbraio e il 25 luglio, raggiungendo il terreno pianeggiante a nord e nord-est di Monte Centenari.

Bocca Nuova
Nella prima decina di giorni di luglio 2011, sono continuate le frequenti emissioni di cenere dalla Bocca Nuova (BN), che erano iniziate il 14 giugno. Alcune emissioni in questo periodo contenevano del materiale caldo, e un’esplosione avvenuta alle ore 0203 GMT del 6 luglio, ha lanciato dei blocchi o delle bombe incandescenti a circa 100 metri sopra l’orlo craterico.

BN_20110713Mauro03_730

Vulcanologo Mauro Coltelli dell'INGV-Catania sull'orlo meridionale della Bocca Nuova in piena attività stromboliana nella serata del 13 luglio 2011. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Catania

Nella serata dell’11 luglio 2011 ha avuto inizio una vivace attività stromboliana all’interno della BN, che di notte produceva un bagliore visibile ad occhio nudo anche da diversi centri abitati nel settore meridionale dell’Etna. La prima apparizione del bagliore è stata rilevata dalla telecamera dell’INGV-Catania sulla Schiena dell’Asino (versante sud-orientale) verso le 2100 GMT dell’11 luglio. Nella notte fra il 12 e il 13 luglio, il bagliore è stato più continuo e più intenso che nella notte precedente. Ad intervalli variabili, si è osservato anche il lancio di bombe vulcaniche incandescenti al di sopra dell’orlo craterico; tali prodotti sono ricaduti all’interno del cratere.

Nella serata del 13 luglio 2011 è stato effettuato un sopralluogo da personale dell'INGV-Catania, durante il quale si è osservato che all'interno della BN era presente una singola larga bocca eruttiva, che produceva un'intensa e continua attività stromboliana. Le esplosioni più forti spesso avvenivano in serie di 2-5 eventi, lanciando bombe incandescenti fino a diverse decine di metri sopra l'orlo del cratere. Tuttavia, la maggior parte delle bombe ricadeva all'interno della depressione craterica, mentre alcune bombe superavano il setto roccioso che tuttora separa la BN dall'adiacente Voragine, per cadere nella parte meridionale di quest'ultima.

BN_20110715lava01_730

Attività stromboliana da una bocca posta nella parte sud-occidentale del fondo craterico della Bocca Nuova (a destra) e colata lavica (a sinistra) formando una cascata verso una porzione più profonda del cratere, nella serata del 15 luglio 2011. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Catania

Durante un ulteriore sopralluogo effettuato nella serata del 15 luglio da personale dell'INGV-Catania, l'attività stromboliana sembrava inizialmente leggermente diminuita rispetto a com'era stata osservata due giorni prima; nel corso di un'ora e mezza di osservazione è fortemente aumentata per raggiungere livelli superiori a quelli osservati il 13 luglio. Inoltre era presente, immediatamente ad ovest della bocca esplosiva, una colata lavica attiva, che usciva da sotto una copertura piroclastica prodotta dall'attività stromboliana, e scendeva in una cascata all'interno di una depressione più profonda nella parte centro-occidentale della BN. La presenza di dense nubi di gas e la forte attività esplosiva hanno reso una migliore visualizzazione della colata impossibile.

Nei giorni successivi, l'attività all'interno della BN è progressivamente diminuita; l'ultima attività stromboliana è stata osservata nella serata del 17 luglio, mentre l'emissione di lava era cessata. Dopo il parossismo del CSE del 19 luglio, hanno ripreso le emissioni di cenere dalla BN. Un sopralluogo eseguito giorno 22 ha confermato l'emissione di cenere proveniente dalla bocca che era stata la fonte dell'attività stromboliana della settimana precedente. I rilievi con telecamera termica dell’interno della BN, hanno evidenziato anche la presenza di un piccolo campo lavico in raffreddamento, che ha parzialmente riempito il fondo craterico, durante l'attività effusiva del 14-16 luglio.

Dopo il parossismo del CSE del 25 luglio, la BN ha prodotto alcune sporadiche emissioni di cenere, le più notevoli, alle ore 0429 GMT del 28 luglio e alle ore 0531 del giorno 29, hanno prodotto minori quantità di materiale caldo, come è stato rilevato dalla telecamera termica dell'INGV-Catania posta sulla Montagnola (a quota 2600 m sul versante sud).

 

STROMBOLI

Lo Stromboli attualmente si trova in uno stato di attività eruttiva persistente, con esplosioni di medio-bassa entità da diverse bocche eruttive nell'area craterica sommitale. Nel mese di luglio 2011, l’attività si è svolta con le solite fluttazioni; inoltre sono avvenuti alcuni episodi esplosivi più forti nonché l’emissione di piccole colate laviche all'interno della terrazza craterica. L’attività è avvenuta dalle due aree crateriche, poste nei settori nord e sud della terrazza craterica.

Stromboli_20110705_730

La sequenza esplosiva alla bocca S3 dello Stromboli del 5 luglio 2011 ripresa dalla telecamera dell'INGV-Catania posta sul Pizzo sopra la Fossa

Il giorno 5 luglio alle ore 0245 GMT una forte esplosione durata almeno 20 sec ha interessato la bocca S3 (nella porzione meridionale della terrazza craterica) con un iniziale lancio di bombe e lapilli incandescenti seguiti da uno sbuffo di cenere che ha superato l’altezza di 300 m sopra la terrazza craterica ed è stata dispersa dai venti ricadendo sui quadranti orientali dell’isola, mentre un’abbondante ricaduta di bombe sul Pizzo sopra la Fossa è stata registrata dalla telecamera collocata in questo sito. La sequenza è continuata con una seconda esplosione dalla bocca S1 alle ore 0246 durata 12 sec che ha interessato con la ricaduta dei materiali incandescenti solo la terrazza craterica.

Stromboli_20110717_730

La sequenza esplosiva alla bocca N1 dello Stromboli del 17 luglio 2011 ripresa dalla telecamera dell'INGV-Catania posta sul Pizzo sopra la Fossa

Il 17 luglio alle ore 2045 GMT una forte esplosione durata circa 15 sec è stata prodotta dalla bocca N1 (nella porzione settentrionale della terraza craterica) durante una fase di spattering da entrambe le bocche N1 e N2. Il lancio di bombe incandescenti è stato seguito dall’emissione di cenere e lapilli che hanno formato una piccola colonna che ha superato l’altezza di 300 m sopra la terrazza craterica. I prodotti sono ricaduti sull’area settentrionale della terrazza craterica senza arrivare al Pizzo, e sulle pendici nord-occidentali della Sciara del Fuoco rotolando lungo tutto il versante.

Infine, il giorno 28 luglio, fra le ore 1200 e 1300 GMT, è iniziata una vivace attività di spattering dal conetto formatosi sull'orlo sud-occidentale della terrazza craterica, durante una serie di episodi di piccole fontane di lava e emissione di colate laviche nella seconda metà di gennaio 2011. Un'analisi accurata delle immagini registrate dalla telecamera termica posta sul Pizzo, ha rivelato che ciò che sembrava una piccola colata lavica emessa dal conetto era in realtà un allineamento di piccole bocche eruttive poste sul fianco meridionale del conetto. Tale attività è terminata dopo alcune ore nel tardo pomeriggio del 28 luglio, ma un nuovo episodio di spattering è avvenuto, in condizioni meteorologiche avverse che hanno fortemente impedito le osservazioni tramite le telecamere dell'INGV-Catania, nella mattinata del 29 luglio. Questo episodio ha anche prodotto una piccola colata di lava sul fianco orientale del conetto.

Tali episodi hanno preceduto una maggiore effusione lavica, dalla bocca più settentrionale sulla terrazza craterica, N1, che è iniziata nella tarda serata dell'1 agosto 2011.