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RILIEVI VULCANOLOGICI DA ELICOTTERO, 14 GENNAIO 2015

Fig. 1. I crateri sommitali dell'Etna visti dall'elicottero nel mattino del 14 gennaio 2015, guardando in direzione nord-ovest. In primo piano, il cono del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) che mostra una bocca sommitale molto allargata dopo il parossismo del 28 dicembre 2014, e il vecchio Cratere di Sud-Est, con una zona di fumarole sulla "sella" fra i due coni. Si nota bene il sistema di fessure eruttive, sia sul fianco nord-orientale del NSEC (in basso, a destra del centro dell'immagine) che sul fianco meridionale del vecchio Cratere di Sud-Est, apertosi sempre il 28 dicembre 2014. Sullo sfondo, la Bocca Nuova (a sinistra), la Voragine (al centro, con un pennacchio di vapore bianco molto denso), e il Cratere di Nord-Est (a destra). L'abitato visibile in alto a destra è Randazzo, sul fianco nord-nordovest del vulcano. Foto di Marco Neri, INGV-Osservatorio Etneo. - Summit craters of Etna seen from helicopter on the morning of 14 January 2015, looking northwest. In the foreground is the cone of the New Southeast Crater (NSEC), its summit vent being much enlarged after the 28 December 2014 paroxysm, and the old Southeast Crater, with an extensive fumarolic area on the "saddle" between the two cones. Note the two conspicuous eruptive fissures, both on the northeastern flank of the NSEC (in the lower right portion of the image), and on the south flank of the old Southeast Crater, which opened on 28 December 2014. In the background, the Bocca Nuova (at left), the Voragine (center, emitting a dense white vapor plume), and the Northeast Crater (at right). The town visible in the distance at uppe right is Randazzo, on the north-northwestern flank of Etna. Photo by Marco Neri, INGV-Osservatorio Etneo.

Osservazioni di Sonia Calvari e Marco Neri

Il 15 gennaio 2015 è stato effettuato un sorvolo dell'Etna con l'elicottero AW139 della Guardia Costiera che, iniziato alle ore 07:30 circa (ora locale), ha avuto la durata complessiva di circa un'ora e quarantacinque minuti. Le condizioni meteorologiche si sono rivelate ottimali (Figura 1), consentendo di visionare sia l'interno dei crateri sommitali che i campi lavici prodotti dall'attività eruttiva del 28 dicembre 2014 nei settori NE e SO dell'area craterica sommitale. Durante il sopralluogo sono stati effettuati rilievi termici e strutturali e sono state acquisite una serie di immagini utili a ridefinire la mappa dei campi lavici e delle fessure eruttive presentata nella “Relazione sull’attività eruttiva dell’Etna - Il parossismo del 28 dicembre 2014 e la susseguente attività ai crateri sommitali”.

Crateri sommitali

I rilievi termici dei crateri sommitali hanno evidenziato l'esistenza di un cono attivo all'interno del cratere sommitale Voragine (Figura 2), mentre la Bocca Nuova presenta il fondo craterico collassato nella sua parte centrale, dove si osserva la presenza di un pit crater dalla forma circolare e con pareti sub-verticali, del tutto simile a quanto osservato durante il rilievo di agosto 2014.

Fig. 2. Immagine termica (sinistra) e foto (destra) dell'area craterica sommitale dell'Etna ripresa da S-SO il 14 gennaio 2015 durante il sorvolo. In primo piano la Bocca Nuova, immediatamente dietro la Voragine. Il Cratere di NE si vede solo nella fotografia a destra sullo sfondo come cono isolato. Immagini di Sonia Calvari, INGV-OE e di Marco Neri, INGV-OE.

Il Cratere di NE presenta un conetto degassante sul fondo craterico (Figura 3) che non presenta variazioni di rilievo rispetto al sorvolo dello scorso agosto. L'orlo craterico è circondato da un campo di fratture concentrico, che non mostra apparenti variazioni rispetto al sorvolo precedente.

Fig. 3. Immagine termica (a sinistra) e foto (a destra) del Cratere di NE visto da Ovest. L'immagine termica evidenzia il conetto degassante (in bianco) ubicato sul fondo craterico, la foto mostra il degassamento intenso di questo cratere, caratterizzato da deboli emissioni di cenere grigia. Immagini di Sonia Calvari, INGV-OE e di Marco Neri, INGV-OE.

Il Cratere di Sud-Est (SEC) ed il Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) che si è formato sul suo fianco orientale sono intersecati da un campo di fratture orientato grosso modo NE-SO che li taglia entrambi (Figure 4 e 5). La sommità del NSEC si presenta collassata a formare una depressione dal contorno sub-circolare e pareti interne sub-verticali. Il fondo craterico si trova ad una profondità stimata di circa 60-70 m, ed è ostruito (Figura 4). Le fessure eruttive dell’attività del 28 dicembre 2014, orientate rispettivamente verso NE e SO, non mostrano anomalie termiche, facendo ritenere che siano in prevalenza riempite dai prodotti sciolti collassati al loro interno (Figura 4).

Fig. 4. Immagine termica (a sinistra) e foto (a destra) del NSEC in primo piano, con dietro il Cratere di Sud-Est (SEC), visto da Est. Il campo di fratture che li attraversa non presenta anomalie termiche, ad eccezione della porzione sommitale di entrambi i crateri, dove sono ubicate delle fumarole degassanti. Immagini di Sonia Calvari, INGV-OE e di Marco Neri, INGV-OE.

Fessure eruttive dall'attività eruttiva del 28 dicembre 2014 e campi di fratture

La fessura eruttiva NE (Figure 5a e 10) si presenta quasi rettilinea e taglia il fianco nord-orientale del cono del NSEC fino a poco oltre la sua base. La fessura eruttiva SO (Figura 5b e 10) forma, in alto, una depressione bilobata dal bordo subcircolare che erode il fianco del SEC e prosegue verso il basso superando la base del cono, dove piega leggermente verso SSO. Entrambe le fessure eruttive sono caratterizzate dalla presenza di numerose fratture secche prevalentemente ortogonali al senso di scorrimento dei prodotti eruttati, formatesi durante le fasi di raffreddamento degli stessi prodotti, sia lavici che scoriacei (Figure 6, 7 e 8). Tali fratture sono più numerose sul fianco meridionale dei coni SEC ed NSEC.

Fig. 5. Fessure eruttive (evidenziate dalle frecce gialle) apertesi il 28 Dicembre 2014 rispettivamente sul fianco orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) (a) e meridionale del Cratere di Sud-Est (SEC) (b). La porzione più elevata della fessura meridionale (freccia gialla in alto nella foto “b”) attraversa la sella morfologica esistente tra il NSEC ed il Cratere di Sud-Est (SEC), dove forma una depressione di forma subcircolare che erode parte del cono del SEC. Verso il basso, la stessa fessura assume una forma leggermente arcuata, da SO a SSO. Foto di Marco Neri, INGV-OE.

Fig. 6. Fianco meridionale del SEC. Fratture beanti che evidenziano movimenti corticali dei prodotti eruttati, probabilmente manifestatesi nel corso delle ultime fasi di raffreddamento dei prodotti stessi. Le frecce gialle evidenziano fratture delle coltri piroclastiche e si trovano lungo il pendio meridionale dell’apparato SEC-NSEC. In qualche caso è evidente la loro disposizione a semicerchio, che indica la nicchia di distacco del materiale mossosi lungo il pendio per gravità. Le frecce bianche evidenziano fratture che tagliano la superficie delle lave eruttate, organizzata in lastroni di geometria e dimensioni quasi costanti, soprattutto presenti nella porzione più elevata del campo lavico meridionale. In questo ultimo caso, le fratture si sono probabilmente formate durante la fase finale dell’eruzione del 28 Dicembre 2014, quando la superfice della colata si stava rapidamente raffreddando al contatto con l’atmosfera, mentre il nucleo centrale della colata, più caldo, ancora si muoveva (vedi anche Figure 6 e 7). Foto di Marco Neri, INGV-OE.

Campi lavici del 28 dicembre 2014

Il campo lavico che si è originato dalla fessura eruttiva apertasi sul fianco meridionale del SEC e si è propagato verso SO mostra, all'immagine termica, una struttura peculiare. In particolare, si evidenzia una porzione prossimale più calda e più intensamente fratturata (con sottili fratture bianche nella Figura 7), che sembra avere maggiore spessore ed essersi impostata sopra il campo lavico precedente. Il campo lavico distale (a sinistra del tratteggio in Figura 7) e probabilmente eruttato durante la fase iniziale dell'effusione lavica, sembra caratterizzato da flussi più sottili (quindi adesso più freddi) e per lo più incanalati nelle incisioni che interessano il versante (confrontare Figura 7 con Figura 8).

Fig. 7. Immagine termica (in alto) e foto corrispondente (in basso) del campo lavico formatosi dal fianco meridionale del SEC, visto da Est. L'immagine termica mostra sulla destra delle sottili fratture concoidi (bianche) che interessano il fianco del cono (vedi Figura 5). La linea a tratteggio rossa evidenzia la diversa struttura morfologica del campo lavico in corrispondenza della rottura di pendio. Immagini di Sonia Calvari, INGV-OE e di Marco Neri, INGV-OE.

Il flusso prossimale eruttato dalla fessura SO ed evidenziato in Figura 7 si è espanso con morfologia a lenzuolo (sheet-flow) su un substrato relativamente pianeggiante, e sembra essersi messo in posto in una fase tardiva dell'effusione lavica, coprendo il campo lavico eruttato nelle fasi immediatamente precedenti, incanalato lungo le incisioni che interessano il versante e che ha una morfologia molto allungata (Figura 8).

Fig. 8. Immagine termica (a sinistra) e foto corrispondente (a destra) del campo lavico formatosi dal fianco meridionale del SEC, visto da SO. La linea a tratteggio rossa evidenzia la rottura di pendio che separa il campo lavico prossimale (sopra la linea rossa) da quello distale (sotto). Immagini di Sonia Calvari, INGV-OE e di Marco Neri, INGV-OE.

Il secondo campo lavico, che si è originato dalla fessura eruttiva che ha tagliato il fianco NE del NSEC, si è espanso nell'alta Valle del Bove allargandosi molto in corrispondenza della base della fessura eruttiva, e dividendosi poi più a valle in diversi bracci che si sono addossati alla parete settentrionale della Valle del Bove. I due bracci più avanzati hanno raggiunto la quota stimata di circa 1850 m s.l.m. ed hanno abbondantemente superato Monte Simone, circondandolo da monte (Figura 9). Nella parte medio-alta del campo lavico, alla base del NSEC e al margine meridionale dello stesso campo lavico (Figura 9), si riscontrano due porzioni particolarmente calde alle immagini termiche, che corrispondono a due settori fortemente fumarolizzati.

Fig. 9. Immagine termica del campo lavico originato dalla frattura eruttiva che ha tagliato il fianco NE del Nuovo Cratere di SE, ripresa da ENE. I punti più bianchi e quindi più caldi sono zone fumaroliche. Sulla destra dell'immagine si nota il campo lavico ed i coni formati durante l'attività eruttiva di luglio-agosto 2014. Immagine di Sonia Calvari, INGV-OE.