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Evoluzione geologica del Monte Etna

Il Monte Etna è un grande strato-vulcano, alto circa 3340 m, situato lungo la costa orientale della Sicilia. Esso ricopre un'area di oltre 1250 km2 ed è delimitato verso nord dai rilievi dei Monti Nebrodi e Peloritani e verso sud dalla piana alluvionale del Fiume Simeto (Piana di Catania). Da un punto di vista geodinamico il Monte Etna si localizza in corrispondenza della zona di collisione continentale tra la placca Euro-Asiatica a nord e quella Africana a sud (Fig. 1 e 2).
Lo sviluppo di un vulcanismo di tipo basico in questa zona di collisione continentale è legato alla presenza di un importante fascio di faglie distensive, conosciuto con il nome di Scarpata Ibleo-Maltese (Fig. 2), che tagliano la crosta della Sicilia orientale permettendo la risalita del magma dal mantello terrestre.

Fig. 1 (Accanto) Profilo geologico schematico della Sicilia Orientale (da Lentini et alii, 1996). Il Monte Etna è localizzato in corrispondenza del fronte di accavallamento della Catena Appenninico-Maghrebide.

Fig. 2 (Sotto) Schema geologico della Sicilia orientale (da Lentini et alii, 1996). 1) Vulcaniti del Monte Etna; 2) Depositi sedimentari Quaternaridella Piana di Catania; 3) Terreni sedimentari della Catena Appenninico-Maghrebide (Placca Euro-Asiatica); 4) Terreni carbonatici dei Monti Iblei (Placca Africana); 5) Fronte di accavallamento della Catena Appenninico-Maghrebide.

Evoluzione geologica del Monte Etna

Recenti studi geologici hanno permesso di ricostruire l'evoluzione del vulcanismo nella regione Etnea evidenziando come la struttura del Monte Etna è il risultato di una lunga e complessa storia eruttiva in cui è stato possibile distinguere quattro diverse fasi di attività (Branca et alii, 2004):
1) Fase delle Tholeiiti Basali;
2) Fase delle Timpe;
3) Fase dei Centri eruttivi della Valle del Bove;
4) Fase Strato-vulcano.

Evoluzione geologica del Monte Etna

Evoluzione geologica del Monte Etna

Fig. 3 Carta geologica del Monte Etna (da Branca et alii, 2004) e schema evolutivo dell’attivià eruttiva . 1) depositi alluvionali recenti; 2) prodotti del Vulcano Mongibello, a) depositi vulcanoclastico “Chiancone”; 3) prodotti del Vulcano Ellittico; 4) vulcaniti dei Centri eruttivi della Valle del Bove; 5) vulcaniti delle Timpe; 6) vulcaniti delle Tholeiiti Basali; 7) terreni del basamento sedimentario.

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Fig. 4. Vista aerea della rupe di Acicastello formata da colate laviche sottomarine (pillow) di età circa 500.000 anni e particolare di un pillow.

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Fig. 5 Parete SO della Valle del Bove dove affiora la struttura interna dei vecchi centri eruttivi come ad esempio i “dicchi” che rappresentano l’antico sistema di alimentazione del vulcano .

FASI DELL’ATTIVITÀ ERUTTIVA DEL MONTE ETNA
Evoluzione geologica del Monte Etna

Fase delle Tholeiiti Basali: l'inizio dell'attività eruttiva si fa risalire sulla base di datazioni assolute a circa 500.000 anni dal presente durante il Pleistocene medio. In questo periodo l'area dove sorge l'Etna attuale era occupata da un vasto golfo in cui si verificavano delle eruzioni sottomarine. I prodotti vulcanici relativi a queste eruzioni sottomarine sono ben conservati nella zona di AciCastello e Acitrezza. L'affioramento più noto di queste antiche eruzioni sottomarine sono le colate a "pillows" che formano la Rupe di AciCastello (Fig. 4). In seguito, il graduale sollevamento della costa della Sicilia orientale ha causato la scomparsa dell'antico golfo e quindi l'inizio di un'attività eruttiva di tipo subaereo. Le più antiche colate laviche subaere hanno un età di circa 320.000 anni è costituiscono un vasto espandimento tabulare (plateau lavico) che si estende da Adrano a Paternò. Questo periodo eruttivo era caratterizzato da sporadiche effusioni laviche che avvenivano lungo fessure eruttive lineari.

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Fase delle Timpe: a partire da circa 220.000 anni fa l'attività eruttiva si concentra lungo la costa Ionica in corrispondenza delle faglie della Scarpata Ibleo-Maltese che nella regione etnea conosciute con il nome di Timpe. Le faglie delle Timpe costituiscono delle imponenti scarpate morfologiche che formano il tratto di costa da Capo Mulini fino ad Acireale, sviluppandosi in direzione nord-nord-ovest fino alla zona di Moscarello-S. Alfio. Durante questa fase si verificarono numerose eruzioni effusive che avvenivano lungo fessure lineari localizzate in questa ristretta zona. La continua sovrapposizione delle colate laviche ha portato nel tempo alla formazione di un piccolo vulcano a "scudo" la cui struttura interna è attualmente conservata fra Acireale e Moscarello lungo le scarpate di faglia delle Timpe. In questa fase si verificavano anche sporadiche eruzioni effusive lungo la periferia meridionale dell’edificio etneo. Fra questi eventi eruttivi periferici uno dei testimoni meglio conservati è il grande apparato eruttivo monogenico di Paternò, la cui età è di circa 170.000 anni.

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Fase dei Centri eruttivi della Valle del Bove: circa 130.000 anni fa l'attività eruttiva si sposta dalla costa Ionica verso l'area adesso occupata dalla Valle del Bove. In questo periodo si verifica un importante cambiamento dell'attività eruttiva nella regione Etnea. Infatti, da un'attività di tipo fissurale, come quella che ha caratterizzato le prime due fasi, si passerà gradualmente ad un'attività di tipo centrale. Questo tipo di attività porterà alla formazione dei primi centri eruttivi nella regione Etnea che sono stati denominati vulcani Rocche (rc) e Tarderia (td). I prodotti vulcanici di questi due centri eruttivi di piccole dimensioni sono affioranti lungo la base della parete nord della Valle del Bove e in località Tarderia-M. Cicirello. In seguito, l'attività si concentrerà nel settore sud-occidentale della Valle del Bove (Fig. 5), in corrispondenza di Piano del Trifoglietto, dove si formerà il principale centro eruttivo di questa fase: il vulcano denominato Trifoglietto (tr). Tre centri eruttivi minori si formeranno successivamente sviluppandosi sui fianchi del Trifoglietto. Tali vulcani prendono il nome di Giannicola (gg), Salifizio (sa) e Cuvigghiuni (cv).

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Fase Strato-vulcano: questa fase inizia circa 60.000 anni fa quando si verifica un'ulteriore spostamento dell'attività eruttiva verso NO dopo la fine dell'attività dei Centri della Valle del Bove. Tale spostamento porterà alla formazione del più grosso centro eruttivo, denominato vulcano Ellittico, che costituisce la struttura principale del Monte Etna (Fig. 6). L'attività eruttiva dell'Elittico termina circa 15.000 fa durante un'intensa fase esplosiva caratterizzata da una serie di eruzioni Pliniane, che hanno causato la formazione di una caldera di circa 4 km di diametro. L’attività effusiva degli ultimi 14.000 anni porterà alla formazione dell'edificio vulcanico attuale denominato vulcano Mongibello. Circa 9.000 anni fa una porzione del versante orientale del vulcano Mongibello fu soggetta ad una serie di grosse frane che hanno portato alla formazione dell'ampia depressione della Valle del Bove. Questo imponente collasso del versante orientale del Vulcano Mongibello ha messo in luce gran parte della struttura interna sia dei Centri eruttivi della Valle del Bove che del vulcano Ellittico affioranti lungo le pareti della suddetta valle (Fig. 5). Sebbene l'attività predominante del vulcano Mongibello è di tipo effusivo numerose eruzioni esplosive di notevole intensità, generate dalle bocche sommitali (Fig. 7), hanno caratterizzato questa recente fase eruttiva.

Evoluzione geologica del Monte Etna

Fig. 6 Vista da sud del Monte Etna in cui è ricostruito il profilo del vulcano Ellittico, che raggiungeva una quota massima di circa 3800 m, e dei centri eruttivi della valle del Bove fra i quali il principale (Trifoglietto) raggiungeva una quota massima di circa 2500 m.

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Fig. 7 Vista aerea da NE dell’area sommitale costituita da quattro crateri: Sud-Est (SEC), Nord-Est (NEC), Bocca Nuova (BN) e Voragine (VOR)