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2) Fase delle Timpe: a partire da almeno 220 ka fino a circa 110 ka fa l’attività eruttiva si concentra lungo la costa Ionica in corrispondenza del sistema di faglie dirette denominato delle Timpe (Sintema Acireale in Fig. 5a) che rappresenta la prosecuzione settentrionale della Scarpata Ibleo-Maltese nella regione etnea (Azzaro, 2004). Le faglie delle Timpe costituiscono delle imponenti scarpate morfologiche che formano il tratto di costa da Capo Mulini fino ad Acireale, sviluppandosi in direzione NNO fino alla zona di Moscarello-S. Alfio. Durante questa fase si verificarono numerose eruzioni fissurali che si localizzavano prevalentemente lungo questa ristretta fascia allungata lungo la costa Ionica. La continua sovrapposizione delle colate laviche in quest’area ha portato nel tempo alla formazione di una prima struttura vulcanica di tipo scudo estesa per almeno 22 km in direzione NNO. La struttura interna di questo vulcano a scudo è oggi esposta lungo le scarpate di faglia delle Timpe fra Acireale e Moscarello. Durante questo lungo periodo eruttivo si verificavano anche sporadiche eruzioni fissurali lungo la Valle del Fiume Simeto fino alla costa. Testimoni di queste eruzioni sono il grosso cono di scorie che costituisce la collina di Paternò e diverse sottili colate laviche fortemente erose come quelle affioranti nella periferia nord di Catania in località leucatia-fasano. Fra circa 129 ka e 126 ka l’attività eruttiva di tipo fissurale si sposta verso ovest interessando per la prima volta l’area centrale della regione etnea fra la Val Calanna e la Timpa di Moscarello (Sintema S. Alfio in Fig. 5b). Complessivamente l’attività vulcanica della fase Timpe termina circa 110 ka fa. 

Fig. 5. Rappresentazione schematica dell'evoluzione della fase Timpe (da Branca et alii, 2011b): a) Acireale Sintema; b) S. Alfio Sintema. La linea a punti indica il limite attuale della copertura vulcanica dell'Etna. SC= crateri sommitali; VdB= Valle del Bove.