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Il parossismo dell'Etna del 24 aprile 2012

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Figura 1. Attività stromboliana da tre bocche eruttive - due sulla frattura eruttiva sul fianco sud-orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est e una all'interno del cratere, più a sinistra) - e colata lavica alle ore 18:20 GMT (= ore locali -2) del 23 aprile 2012, vista da Piano del Vescovo sul versante sud-orientale dell'Etna. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

Nelle ore mattutine del 24 aprile 2012, il Nuovo Nuovo Cratere di Sud-Est (Nuovo CSE) dell'Etna ha prodotto un nuovo episodio di fontane di lava (parossismo), il 25° episodio nell'attuale sequenza eruttiva iniziata a gennaio 2011, e il 7° nell'anno corrente (Figura 1). Come gli episodi precedenti, anche questo è stato caratterizzato da alte fontane di lava, una colonna di tefra e vapore alta diversi chilometri con ricadute di cenere e lapilli nel settore nord-orientale del vulcano, e colate laviche che si sono riversate nella Valle del Bove.

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Figura 2. Emissione di una piccola colata lavica da una bocca posta sul fianco sud-orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est nelle ore mattutine del 23 aprile 2012, vista da Trecastagni (sul versante sud-orientale dell'Etna). Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

I primi chiari segni di una riattivazione del Nuovo CSE dopo l'ultimo parossismo, del 12 aprile 2012, si sono osservati nella mattinata del 21 aprile, quando il sistema di telecamere dell'INGV-Osservatorio Etneo ha mostrato l'inizio di una serie di piccole emissioni di cenere. Il forte vento ha trascinato gli sbuffi verso est senza permettere loro di salire sopra l'orlo craterico. Tali emissioni di cenere sono continuate in maniera intermittente per le successive 24 ore, e nella mattinata del 22 aprile, si sono osservate delle emissioni prolungate di vapore bianco dalla parte alta della fessura eruttiva che taglia il fianco sud-orientale del cono. Dopo l'imbrunire erano visibili alcuni punti incandescenti sugli orli nord-orientale e meridionale del cratere, evidenza di fumarole ad alta temperatura.

Nelle prime ore del 23 aprile 2012, la telecamera di Monte Cagliato (versante orientale dell'Etna) ha cominciato a mostrare una piccola anomalia termica in corrispondenza del Nuovo CSE. Osservazioni dirette effettuate da personale INGV-Osservatorio Etneo hanno rivelato che tale anomalia era causata da un modesto flusso lavico (Figura 2), che era alimentata dalla stessa bocca che aveva prodotto le emissioni di vapore nella mattinata del 22 aprile, sulla frattura eruttiva che taglia il fianco sud-orientale del cono. L'emissione di lava avveniva in maniera molto lenta, e senza alcuna attività esplosiva. La colata lavica si è espansa per qualche centinaio di metri in direzione della Valle del Bove, senza però cominciare la discesa sulla ripida parete occidentale della Valle. Intorno alle ore 08:00 GMT (= ore locali -2), l'emissione di lava è temporaneamente cessata, per riprendere nuovamente nel pomeriggio, e dalle ore 15:30 GMT si stava formando un nuovo flusso lavico, sovrapponendosi a quello precedente.

Intorno alle ore 17:00 GMT, la bocca effusiva ha cominciato a mostrare una vivace attività di spattering, e poco dopo si è attivata una seconda bocca, più a monte, che dopo una breve fase di spattering ha cominciato a produrre frequenti esplosioni stromboliane. Tale attività è stata accompagnata da un lento aumento nell'ampiezza del tremore vulcanico. Durante le ore successive, si sono inoltre osservate delle sporadiche esplosioni da una bocca eruttiva posta all'interno del Nuovo CSE; per molto tempo l'attività si è presentata più o meno stazionaria, mentre l'ampiezza del tremore vulcanico mostrava fluttuazioni a un livello medio-basso. Finalmente, alle ore 01:10 GMT del 24 aprile, l'intensità dell'attività stromboliana ha cominciato a crescere repentinamente (Figura 3), passando a fontane di lava alle ore 01:30 GMT. Contemporaneamente, si è formata una colonna eruttiva carica di materiale piroclastico, che il vento ha portato a nord-est, portando ad abbondanti ricadute di cenere e lapilli nella zona di Linguaglossa-Piedimonte-Presa. La porzione più alta della colonna eruttiva si è alzata in un regime di vento diretto piuttosto verso est-nordest, e la ricaduta di materiale piroclastico ha raggiunto anche la zona di Giarre.

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Figura 3. Inizio dell'attività di fontana di lava, poco dopo le ore 01:00 GMT del 24 aprile 2012, visto da Monte Fontane, sul fianco orientale dell'Etna. Si nota come la colata lavica non ha ancora cominciato la sua discesa sulla ripida parete della Valle del Bove. Foto ripresa da Stefano Branca, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

La fase più intensa di fontana di lava è durata circa 25 minuti, fra le ore 01:40 e 02:05 GMT del 24 aprile (Figura 4), ed è stata seguita da un rapido passaggio ad attività stromboliana che si è esaurita completamente intorno alle ore 02:40. Durante l'acme del parossismo è stata emessa anche una piccola colata di lava dalla frattura sul fianco settentrionale del cono, che ha percorso alcune centinaia di metri dirigendosi verso la fessura eruttiva di maggio 2008.

Questo episodio eruttivo è avvenuto 11.5 giorni dopo quello precedente, e quindi dopo un intervallo molto simile a quello fra gli episodi del 1 e 12 aprile. Il preludio della fase di fontana di lava è stato più lungo e la crescita è stata più lenta; inoltre la prima attività significativa di questo episodio è stata l'emissione della prima colata di lava nella mattinata del 23 aprile, senza alcuna attività esplosiva, che fa ricordare gli episodi parossistici del 2000-2001 al vecchio Cratere di Sud-Est. La fase di fontana di lava invece è stata una fedele ripetizione dei parossismi precedenti.

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Figura 4. La fase di intensa attività di fontana di lava nelle prime ore del 24 aprile 2012, vista da Zafferana Etnea, sul versante sud-orientale del vulcano. Foto ripresa da Marco Neri, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)