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Il parossismo dell'Etna del 1 aprile 2012

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Figura 1. Attività stromboliana e inisio del trabocco lavico attraverso la fenditura che taglia l'orlo sud-orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est, poco dopo le ore 01:00 GMT (= ore locali -2), 1 Aprile 2012. La vista è da Piano del Vescovo sul versante sud-orientale dell'Etna. Foto ripresa da Paola Garofalo e pubblicata qui con gentile permesso dell'autrice (versione originale su Flickr)

Nelle ore mattutine del 1 aprile 2012, è avvenuto un nuovo episodio di fontane di lava (parossismo) dal Nuovo Nuovo Cratere di Sud-Est (Nuovo CSE) dell'Etna, il 23° episodio nell'attuale sequenza eruttiva iniziata a gennaio 2011, e il 5° nell'anno corrente (Figura 1). Questo evento ha avuto luogo quasi due settimane dopo quello precedente, e anche questo è stato caratterizzato da alte fontane di lava, una colonna di tefra e vapore alta diversi chilometri con ricadute di cenere e lapilli nel settore sud-orientale del vulcano, e colate laviche che si sono riversate nella Valle del Bove, localmente interagendo esplosivamente con la spessa coltre di neve presente sul terreno.

A partire dal 26 marzo 2012, il sistema di telecamere dell'INGV-Osservatorio Etneo ha mostrato un intenso degassamento pulsante al Nuovo CSE, e alle 11:02 GMT (= ore locali -2) del 30 marzo 2012, si è osservata un'emissione di cenere grigia scura, formando un piccolo plume alto circa 250 m sopra il cratere. Simili sbuffi di cenere sono avvenuti ad intervalli di pochi minuti, producendo modeste anomalie nelle immagini registrate dalle telecamere termiche sulla Montagnola (EMOT) e a Monte Cagliato (EMCT).

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Figura 2. Una piccola esplosione stromboliana al Nuovo Cratere di Sud-Est ripresa da Trecastagni (sul versante sud-orientale dell'Etna) nella serata del 31 marzo 2012. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

Dopo il tramonto era visibile una debole e sporadica attività stromboliana all'interno del cratere, che è continuata, con notevoli fluttazioni nella frequenza ed intensità delle esplosioni, per tutta la notte. Tale attività è stata accompagnata da un leggero aumento nell'ampiezza del tremore vulcanico. Durante la giornata del 31 marzo, l'attività è continuata a livelli piuttosto bassi, con fluttuazioni nell'ampiezza del tremore vulcanico; in serata era visibile una vivace, anche se sempre debole attività stromboliana (Figura 2).

A partire dalle ore 01:30 GMT del 1 aprile, si è osservato un progressivo aumento sia nella frequenza ed intensità delle esplosioni stromboliana, sia nell'ampiezza del tremore. Un piccolo trabocco lavico si è riversato attraverso la profonda fenditura che taglia l'orlo sud-orientale del cratere, raggiungendo la base del cono dopo circa 30 minuti dove si è diviso in due flussi paralleli. Verso le ore 02:00 GMT, l'attività stromboliana è passata a fontane di lava e abbondante emissione di cenere, formando una colonna eruttiva alta alcuni km sopra la cima del vulcano. Nel frattempo, la colata lavica si è espansa in più flussi paralleli, scendendo rapidamente lungo la parete occidentale della Valle del Bove (Figura 3). La nube eruttiva è stata spinta dal vento verso il settore sud-orientale dell'Etna, con forti ricadute di cenere e lapilli nelle aree fra Zafferana Etnea e Monterosso, e più in basso, fra Giarre ed Acireale, formando un deposito continuo (Figura 4).

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Figura 3. Nei momenti più intensi dell'episodio di fontane di lava del 1 aprile 2012, il cono del Nuovo Cratere di Sud-Est era completamente ricoperto di materiale incandescente, mentre due flussi lavici principali si stavano espandendo sulla parete occidentale della Valle del Bove. La densa colonna di vapore e cenere nella parte sinistra dell'immagine è il risultato di forti interazioni esplosive fra lava e neve, un fenomeno ormai comune durante gli episodi parossistici nel periodo invernale. Foto ripresa da Caselle (a nord di Zafferana Etnea) da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

Durante la fase più intensa di fontane di lava, la fenditura nell’orlo sud-orientale del cratere si è allargata sul suo lato settentrionale, permettendo la formazione di un nuovo flusso lavico un po’ più a nord di quello già in espansione. Lungo tutti e due i flussi si è ripetutamente osservata un’intensa interazione esplosiva fra lava e neve, generando piccoli flussi di vapore, cenere e fango e nubi verticali di vapore e cenere - fenomeni osservati anche durante alcuni degli episodi eruttivi precedenti, come il 10 aprile 2011, e il 4 e 18 marzo 2012. I flussi di vapore, cenere e fango si muovevano in maniera simile a flussi piroclastici, anche se per i suoi meccanismi di formazione e la sua temperatura questo tipo di flusso è diverso dai "classici" flussi piroclastici.

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Figura 4. Nella zona fra gli abitati di Zafferana Etnea e Monterosso, sul versante sud-orientale dell'Etna, il deposito di ricaduta piroclastica (cenere e lapilli) era continuo, come si vede in questa immagine che mostra la strada principale di Sarro (S.P. 148) all'alba del 1 aprile 2012. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

L'attività di fontana di lava e di forte emissione di cenere è continuata senza sostanziali variazioni fino alle ore 03:30 GMT circa, quando l'ampiezza del tremore vulcanico ha cominciato a diminuire e le fontane di lava sono passate ad esplosioni stromboliana ed emissione di cenere sempre meno intensa. L'attività eruttiva si è esaurita in maniera definitiva intorno alle ore 04:40 GMT.

Per alcune ore i due flussi lavici principali hanno continuato ad espandersi, quello più meridionale essendo più lungo, senza però raggiungere la lunghezza dei flussi lavici del 18 marzo. In serata, il cono del Nuovo CSE ha mostrato ancora molti punti incandescenti, dovuti a piccoli crolli del nuovo deposito piroclastico ancora caldo sul cono.

L'episodio eruttivo del 1 aprile è avvenuto dopo un intervallo di calma relativa di poco meno di 14 giorni, un intervallo simile a quello fra i due parossismi precedenti (4 e 18 marzo). Il volume di lava emessa nell'ultimo episodio è stato chiaramente inferiore a quello degli episodi precedenti. Inoltre, non si è osservata nessuna emissione di lava sui fianchi settentrionale e meridionale del cono.

I cambiamenti morfologici dello stesso cono causati dall'ultimo parossismo sono poco cospicui; è avvenuta un'ulteriore leggera crescita in altezza sugli orli sud e nord del cratere, e la fenditura che taglia l'orlo sud-orientale si è allargata, mostrando due canali paralleli di efflusso lavico.