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Attività dei vulcani siciliani, gennaio 2012

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Fig. 1. Una vista spettacolare della colonna eruttiva prodotta durante l'episodio eruttivo parossistico etneo del 5 gennaio 2012, ripresa da Palagonia, sul margine dei Monti Iblei, a circa 60 km a SSW dell'Etna. Foto ripresa da Giuseppe Salerno, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

ETNA

Durante il mese di gennaio 2012 è avvenuto un nuovo episodio eruttivo parossistico dal Nuovo Cratere di Sud-Est (Nuovo CSE), il giorno 5, dopo 50 giorni di quiete. Tale episodio ha prodotto una colonna eruttiva alta diversi chilometri (Fig. 1) e ricadute di cenere e lapilli nel settore sud-occidentale del vulcano. L'intensa ricaduta di materiale piroclastico grossolano sui fianchi del cono ha inoltre generato dei piccoli flussi piroclastici, la cui interazione con la coltre nevosa presente sul terreno ha alla sua volta portato alla formazione di piccoli lahar (flussi di fango). Dal giorno 27 gennaio in poi, il Nuovo CSE è stato luogo di un'attività esplosiva sporadica, caratterizzata da emissioni di cenere e piccole esplosioni stromboliane, senza evolversi in un nuovo episodio eruttivo parossistico.

Durante tutto il mese sono continuate, con notevoli fluttuazioni nella loro frequenza e intensità, le solite esplosioni profonde all'interno del condotto del Cratere di Nord-Est, accompagnate da un forte degassamento e da boati udibili chiaramente dall'orlo craterico. Sono avvenuti inoltre degli eventi di degassamento forte all'interno del condotto della Bocca Nuova, il più forte nella serata del 2 gennaio, che però non hanno prodotto significativi fenomeni visibili.

Tutti gli orari sono in GMT (= ore locali -1).

Parossismo del 5 gennaio 2012

Nella mattinata del 4 gennaio 2012, i sistemi di sorveglianza visiva dell'INGV-Osservatorio Etneo hanno mostrato i primi segni di attività esplosiva al Nuovo CSE, accompagnati da piccoli segnali infrasonici registrati dalla stazione EBELO, localizzata a circa 0.9 km a sud-est dal cratere. Nella tarda serata, sono stati osservati dei bagliori intermittenti al Nuovo CSE, un chiaro segno di attività stromboliana. Era in attività una singola bocca all'interno del cratere. Durante la notte, tale attività è continuata senza maggiori variazioni fino alle ore 02:45 del giorno 5, quando una piccola colata lavica ha lentamente cominciato a scendere attraverso la profonda fessura che taglia l'orlo sud-orientale del cratere. Raggiungendo la base del cono del Nuovo CSE, la colata ha preso lo stesso percorso delle colate emesse durante gli episodi parossistici precedenti, verso l'orlo occidentale della Valle del Bove.

Fra le ore 03:00 e 04:45, l'attività stromboliana all'interno del Nuovo CSE ha cominciato a mostrare un graduale aumento sia nell'intensità sia nella frequenza di esplosioni, per passare poi a un fontanamento pulsante, producendo getti alti 100-150 m. Dalle ore 04:50 in poi è aumentata l'emissione di cenere, accompagnata da un'intensa ricaduta di brandelli di lava incandescente sui fianchi del cono, e alle 05:15, la fontana di lava era continua e sostenuta. Una densa colonna eruttiva di ceneri e vapori si è alzata, raggiungendo un'altezza di circa 7000-8000 metri sopra il livello del mare intorno alle ore 06:00.

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Fig. 2. Depositi scuri e caldi di flussi piroclastici sul fianco nord-orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est si estendono fino alla frattura eruttiva del 13 maggio 2008 (indicata dalla linea tratteggiata in rosso). Questi depositi sono stati messi in posto durante la fase culminante del parossismo del 5 gennaio 2012, fra le ore 06:20 e 06:40 GMT. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)

Poco prima delle ore 06:00, si sono attivate due o tre bocche eruttive nella parte più alta di una frattura che già avava dato fontane di lava e piccole colate di lava durante alcuni degli episodi eruttivi di settembre-ottobre 2011. Dalla bocca posta più in basso (a nord), si e riversata una piccola colata lavica sul terreno pianeggiante alla base settentrionale del cono del Nuovo CSE. Nel frattempo, l'abbondante ricaduta di materiale piroclastico incandescente ricopriva l'intero cono, portando alla formazione di piccoli flussi piroclastici. Il fenomeno era in parte dovuto al collasso della colonna eruttiva, ma anche dalla violenta interazione del materiale caldo in ricaduta con la spessa coltre di neve sui fianchi del cono e alla sua base. I flussi piroclastici avanzavano per alcune centinaia di metri, generando ripetutamente - per lo scioglimento della neve - dei piccoli lahar (flussi di fango), maggiormente nei settori settentrionali ed orientali del cono.

Una forte esplosione sull'alto fianco sud-orientale del cono del Nuovo CSE alle ore 06:20 ha marcato l'inizio della fase più intensa del parossismo. Tale esplosione ha generato una densa colonna di cenere e aperto una larga bocca, distruggendo una parte dell'orlo del cratere. Nell'intervallo successivo, i flussi piroclastici sul fianco nord-orientale hanno raggiunto lunghezze di diverse centinaia di metri, quasi toccando la parte centrale della frattura eruttiva del 13 maggio 2008 (Fig. 2). In questa fase sono stati prodotti diversi piccoli lahar, che hanno però raggiunto lunghezze molto limitate.

L'acme del parossismo è stato marcato anche da un'attività esplosiva alla Bocca Nuova, che ha prodotto uno sbuffo di cenere alle 06:30 al quale sono seguite delle emissioni minori di gas e cenere diluita. Poco dopo le ore 06:50, l'attività al Nuovo CSE ha cominciato a mostrare segni di diminuzione; sono invece aumentati i rumori generati dal forte degassamento, come succede spesso durante eventi eruttivi di questo tipo. Dopo un ultimo boato prolungato alle ore 06:57, l'attività di fontanamento lavico è bruscamente terminata, seguita un'emissione passiva di cenere che si è esaurita alle ore 07:30, mentre dalla Bocca Nuova, l'emissione intermittente di cenere è proseguita fino alle ore 08:30.

La colata di lava emessa attraverso la lacuna nell'orlo sud-orientale del cratere, è scesa verso la Valle del Bove in diversi rami, accostandosi al lato settentrionale di Serra Giannicola, e percorrendo poco più di 2 km. Si tratta di una delle meno voluminose fra tutte le colate laviche emesse durante la serie di episodi eruttivi del 2011-2012. Inoltre, una piccola colata è stata emessa dalla frattura sul fianco settentrionale del cono, percorrendo poche centinaia di metri per arrestarsi prima di raggiungere la parte alta della fessura eruttiva del 13 maggio 2008. Per diverse decine di minuti dopo la fine del parossismo, l'intero versante settentrionale del cono del Nuovo CSE mostrava un movimento gravitativo, dovuto al lento franamento dell'abbondante materiale piroclastico depositato su questo lato. Tale processo è stato accompagnato da una forte emissione di gas, senza però svilupparsi in una colata reomorfica.

La ricaduta di cenere e lapilli ha interessato un vasto settore sul versante sud-occidentale dell'Etna, compresi gli abitati di Ragalna, Belpasso, Paternò, e Biancavilla. La cenere più fine è stata portata dal vento fino alla Sicilia meridionale, nei pressi di Vittoria.

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Fig. 3. Il Nuovo Cratere di Sud-Est visto dal versante orientale del vecchio cono del Cratere di Sud-Est, giorno 20 gennaio 2012. Il punto più alto del nuovo cono, a destra, è cresciuto in altezza durante il parossismo del 5 gennaio 2012. Foto ripresa da Robin Campion e pubblicata qui con gentile permesso dell'autore

Durante il parossismo del 5 gennaio 2012, il cono del Nuovo CSE è cresciuto di diversi metri soprattutto in corrispondenza del suo orlo sud-occidentale (Fig. 3). Il cratere si presenta allungato in senso nord-ovest - sud-est, dovuto alla presenza di diverse bocche eruttive al suo interno, poste su una frattura che prosegue nelle fessure sui fianchi sud-est e nord. Per diversi giorni sono avvenuti dei crolli nelle parti instabili degli orli craterici, soprattutto in correspondenza della bocca apertasi alle ore 06:20 del 5 gennaio sull'orlo sud-orientale del cratere.

Fra la mattinata del 5 gennaio e il mattino del giorno 27, il Nuovo CSE ha mostrato solo una modesta attività di degassamento da diverse fumarole ubicate lungo gli orli craterici nord e sud. Alle ore 11:34 del 27 gennaio è avvenuta un'esplosione da una bocca nella parte occidentale del fondo craterico, che ha generato uno sbuffo di cenere alto alcune decine di metri. Nelle ore successive sono avvenute diverse esplosioni, di energia minore rispetto a quella iniziale, e in serata, alle ore 21:40, un'esplosione ha lanciato materiale piroclastico incandescente fino a qualche decina di altezza sopra l'orlo craterico. Tale attività continuava, in maniera sporadica, i giorni 28 e 29, con sbuffi di cenere visibili di giorno, e piccole esplosioni stromboliane visibili di notte. Un forte peggioramento delle condizioni meteorologiche nelle prime ore del 30 gennaio ha precluso qualsiasi osservazione per alcuni giorni. L'attività eruttiva iniziata il 27 gennaio non è stata accompagnata da alcuna variazione significativa nell'ampiezza del tremore vulcanico, e finora (inizio febbraio 2012) non si è evoluta verso un nuovo episodio eruttivo parossistico.

 

STROMBOLI

Lo Stromboli attualmente si trova in uno stato di attività eruttiva persistente, con esplosioni di medio-bassa entità da diverse bocche eruttive nell'area craterica sommitale. Nel mese di gennaio 2012, l’attività si è svolta con le solite fluttazioni. L’attività è avvenuta dalle due aree crateriche, poste nei settori nord e sud della terrazza craterica, e non è stata accompagnata dalla formazione di colate laviche.