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Aggiornamento Etna, 31 luglio 2011

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Fotomosaico (composto da cinque fotografie) ripreso dal "Belvedere", a circa 900 m a sud-est dal cratere attivo sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est, con fontane di lava da due bocche all'interno del cratere, e la parte prossimale della colata lavica in discesa verso la Valle del Bove, durante il parossismo nella sera del 30 luglio 2011. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Catania

Ottavo episodio parossistico dal Cratere di Sud-Est dell'Etna

Nella serata del 30 luglio 2011, ha avuto luogo l'ottavo episodio parossistico dell'anno al cratere posto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est. L'evento è stato sostanzialmente una ripetizione dei parossismi precedenti, con emissione di una colata lavica verso la Valle del Bove, fontane di lava che hanno raggiunto altezze massime di 450-500 m, e una nube di cenere che è stata spinta dal vento verso est.

I primi segni di una ripresa dell’attività eruttiva dal cratere sono stati osservati nella serata del 28 luglio, quando ha avuto luogo una debole e sporadica attività stromboliana che si è del tutto esaurita nella notte. Durante tutto il giorno 29 il cratere è rimasto in uno stato di quiete.

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Attività stromboliana al cratere attivo sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est nella mattinata del 30 luglio 2011, vista da Pizzi Deneri (a circa 3 km a nord dalla bocca attiva).Foto di Marco Neri, INGV-Catania

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Il vecchio cono del cratere di Sud-Est (a sinistra), e il cratere attivo posto sul suo fianco orientale (a destra), durante la fase di crescità nell’intensità di attività stromboliana, verso le ore 20.35 (locali) del 30 luglio 2011. Foto ripresa da Pedara, sul versante sud-orientale dell’Etna. Foto di Boris Behncke, INGV-Catania

Dalle prime ore del mattino del giorno 30 luglio erano visibili sporadici bagliori in corrispondenza del cratere, che sono andati progressivamente aumentando in frequenza ed intensità. Verso le ore 10.00 (locali), il cratere mostrava una intensa attività stromboliana accompagnata da forti detonazioni, con brandelli lavici espulsi in aria per alcune decine di metri, che ricadevano all’interno del cratere e nelle immediate vicinanze del suo orlo. Una sottile cenere vulcanica veniva contemporaneamente emessa dalla bocca eruttiva, che veniva spinta dai venti verso i quadranti orientali del vulcano. Inoltre, dall’orlo orientale del cratere sgorgava un piccolo trabocco di lava che percorreva un centinaio di metri, raffreddandosi rapidamente.

Quest’attività eruttiva, segnata anche da un sensibile aumento del livello medio del tremore vulcanico, rimaneva sostanzialmente costante fino al primo pomeriggio, quando subiva un deciso decremento di intensità, sia in termini geofisici che vulcanologici.

Verso le ore 19.00 (locali), il livello medio del tremore tornava a risalire, contestualmente ad una evidente ripresa dell’attività stromboliana. Verso le ore 19.30, iniziava ad essere nuovamente evidente un pennacchio di gas e cenere, che continuava ad essere sospinto dai venti verso Est. L’attività stromboliana aumentava progressivamente di intensità in modo più rapido rispetto alla mattinata, fino a formare getti continui di lava incandescente verso le ore 21.30 (locali). Contestualmente, prendeva vigore anche un cospicuo trabocco lavico, che nelle ore successive si sarebbe allargato a ventaglio per circa 3 km di lunghezza lungo la parete occidentale della Valle del Bove, raggiungendone il piede (circa 2000 metri di quota sul mare) verso le ore 23.00 (locali). Il pennacchio di ceneri e lapilli era preso in carico dai venti e sospinto verso Est, ricadendo al suolo sul quadrante orientale del vulcano.

Durante la sua fase di massima intensità, i brandelli lavici erano violentemente espulsi fino ad una altezza valutata in circa 450-500 metri rispetto all’orlo craterico, ricadendo abbondantemente lungo i fianchi esterni del con piroclastico, fino ad una distanza di circa 200-300 metri. I jet di lava incandescente emergevano almeno da due punti posti all’interno del cratere e sul suo fianco orientale, secondo un allineamento orientato circa Ovest-Nordovest-Est-Sudest.

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Dettagli delle parti prossimale e distale della colata lavica emessa durante il parossismo del 30 luglio 2011. L’immagine a sinistra mostra la vista laterale sulla colata in discesa sulla ripida parete della Valle del Bove; quella a destra è una vista in direzione del fronte lavico (in basso) con le luci dei centri abitati sul versante orientale dell’Etna sullo sfondo. Foto di Marco Neri (sinistra) e Boris Behncke (destra), INGV-Catania

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Attività di fontanamento, nube di cenere e colata lavica dal nuovo cono in via di formazione sul fianco orientale del Cratere di Sud-Est (appena visibile a sinistra), 30 luglio 2011. Foto ripresa da circa 1 km di distanza a sud-est. Foto di Marco Neri, INGV-Catania

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Foto di paragone del Cratere di Sud-Est, in stato di quiescenza eruttiva di giorno (29 luglio 2011) e in attività di fontanamento di lava di notte (30 luglio 2011). Le due immagini sono state riprese da Torre del Filosofo, a circa 1 km a sud del Cratere di Sud-Est. Nell’immagine in alto si nota il largo cono piroclastico che si è cresciuto attorno al cratere attivo, posto sul fianco orientale del vecchio cono del Cratere di Sud-Est, nel corso dei 7 parossismi fra il 12 gennaio e il 25 luglio 2011. Si nota, nell’immagine in basso, la presenza di due bocche eruttive all’interno del cratere attivo. La fontana più alta, a sinistra, ha un’altezza stimata in circa 400 m; nei momenti di massima intensità ha raggiunto altezze anche di 500 m.Foto di Boris Behncke, INGV-Catania