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L'Osservatorio Etneo dell'INGV

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Le tappe fondamentali nella storia dell'Osservatorio Etneo: a sinistra, un'incisione di fine '800 con la cupola che fu smontata alla fine degli anni 30 (copiata da L'Italia Illustrata); al centro, la distruzione dell'Osservatorio durante l'eruzione del 1971 (foto di Giuseppe Scarpinati, 15 aprile 1971); a destra, la sede attuale dell'Osservatorio Etneo, in Piazza Roma a Catania (foto di Boris Behncke, 3 maggio 2011)

 


 Dall’1 maggio 2011, a seguito dell'entrata in vigore nel nuovo statuto dell'INGV la Sezione di Catania modifica il suo nome in Sezione di Catania - Osservatorio Etneo (vedi articolo 13 comma 4 del nuovo statuto pubblicato il 19 aprile nella Gazzetta Ufficiale).

L'idea di un osservatorio vulcanologico dell'Etna la dobbiamo a Orazio Silvestri che dal 1865 la sostenne ma nel 1876, anno in cui Silvestri venne eletto professore di Geologia e Mineralogia a Catania, si decise la costruzione dell'Osservatorio Astronomico “V. Bellini”. Come scrive De Fiore a riguardo "per una di quelle inesplicabili cose che ogni tanto si verificano, senza por mente alla proposta del Silvestri, si decise la fondazione e costruzione dell'Osservatorio Astronomico invece di quello vulcanologico". Infatti, nell’estate del 1879 venne edificato dall’astronomo Prof. Tacchini un osservatorio in cima all'Etna, e nello stesso anno, dopo una grande eruzione, fu stabilito dal Ministro della Pubblica Istruzione che l'Osservatorio Astronomico dell'Etna fosse completato con una parte vulcanologica. Questo sorse a quota 2941 metri s.l.m., di proprietà del Ministero della Pubblica Istruzione, che aveva acquistato la "Casa degli Inglesi" dalla famiglia Gemmellaro, incorporandola nella nuova costruzione e fu dato in consegna all’Università di Catania. La costruzione era dotata inizialmente di una cupola per le osservazioni astronomiche, ma dopo pochi anni fu abbandonato in quanto i gas vulcanici altamente corrosivi resero inservibile la strumentazione ottica. All'inizio del 1881 un decreto reale nominava il Prof. Silvestri direttore del Regio Osservatorio Vulcanologico Etneo.

Purtroppo, nei decenni successivi si apriva un periodo triste della storia della vulcanologia etnea. Alla morte di Silvestri nel 1890 fu smembrato l'istituto da lui fondato che ruotava intorno alla cattedra di vulcanologia che non fu ripristinata. Dopo una serie di esposti iniziati nel 1910 dal Prof. Vinassa de Regny sulla necessità di avere all'Università di Catania l'insegnamento della vulcanologia e il relativo osservatorio, nel 1911 attraverso lettere ai giornali di un gruppo di giovani professori ed eruditi del tempo (Platania, Stella Starrabba, De Fiore) crebbe di nuovo l'interesse dell'Università nella vulcanologia e la cattedra fu re-istituita nel 1919 e affidata a Gaetano Ponte.

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18 settembre 1880. L’Osservatorio Etneo un anno dopo la sua costruzione in occasione del 13° Congresso del C.A.I. (Fondo Fotografico Gaetano Ponte 1876-1955 - Archivio Fotografico Toscano)

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L'Osservatorio Etneo dopo la fine dei lavori di restauro iniziati nel 1939 che portarono allo smantellamento della vecchia cupola. (Fondo Fotografico Gaetano Ponte 1876-1955 - Archivio Fotografico Toscano)


A Gaetano Ponte si deve la rinascita dell'Osservatorio Etneo, infatti nel 1926 alla sua cattedra venne annesso l'Osservatorio Astronomico Etneo. Nel 1933 venne istituito presso l'Università di Catania l'Istituto Vulcanologico, che includeva l'Osservatorio Etneo, del quale divenne direttore. La cupola semisferica dell’Osservatorio Etneo fu sostituita, a cavallo della II guerra mondiale, da un elemento cilindrico con copertura conica. A causa dei limitati finanziamenti il progetto scientifico di Gaetano Ponte non sarà completato, l’Istituto Vulcanologico rappresenterà una moderna organizzazione di monitoraggio sistematico dei vulcani attivi siciliani (Etna, Stromboli e Vulcano), la cui attività veniva dettagliatamente rendicontata nel bollettino mensile dell’Istituto secondo criteri scientifici validi ancora oggi.

L’Osservatorio Etneo fu distrutto nell’aprile 1971 da un’eruzione, le cui bocche si aprirono a poche centinaia di metri alle sue spalle, fra la costernazione degli appassionati e degli studiosi dell’Etna che erano stato tante volte confortevolmente accolti fra le sue mura.

Il progetto ad ampio respiro di Gaetano Ponte, culturale e scientifico, di un Istituto Vulcanologico rimaneva incompleto, ma sicuramente veniva delineata l’idea e il percorso che poi sarebbero stati ripresi con rinnovato vigore prima con l’attivazione nel 1968 dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia del CNR, sotto il patronato dell’UNESCO e con la guida di un altro esimio scienziato, il professore Alfred Rittmann, e più di recente con l’attivazione nel 1999 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) istituito per decreto legge con finalità di ricerca e monitoraggio sismico e vulcanico sul territorio nazionale. Di conseguenza, nel 2001 l’Istituto Internazionale di Vulcanologia del CNR e il Sistema Poseidon , nato da una intesa di programma quadro tra il Ministero dei Lavori Pubblici, il Dipartimento di Protezione Civile e la Presidenza della Regione Siciliana per la gestione del sistema di sorveglianza sismica e vulcanica in Sicilia orientale, vengono fusi nella Sezione di Catania dell’INGV.

Dieci anni dopo, e 130 anni dopo la nomina del Prof. Silvestri come primo direttore, l’Osservatorio Etneo rinasce in una chiave moderna, dove il monitoraggio, la sorveglianza e gli studi della sismicità e dei vulcani attivi siciliani non si limitano alla sola area etnea ma si estendono a tutta la Sicilia.
Il Fondo Ponte dell'Archivio Fotografico Toscano