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Attività dei vulcani siciliani durante il mese di aprile 2011

ETNA

Durante il mese di aprile 2011, l’attività eruttiva iniziata a fine dicembre 2010 è continuata con un nuovo episodio parossistico, avvenuto il 10 aprile, dal cratere a pozzo posto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est (CSE). Per tutto il mese, è stato osservato un forte degassamento dal Cratere di Nord-Est (CNE) e dalla Bocca Nuova, e sono continuate le consuete esplosioni profonde all’interno del condotto del CNE.
 
Nei primi giorni del mese sono proseguite le piccole emissioni di gas e ceneri provenienti dall’interno del cratere a pozzo sul fianco del cono del CSE. I plumes prodotti da questi eventi si sono alzati alcune decine di metri sopra l’orlo del cratere, per essere poi spinti via dal vento. Le riprese della telecamera termica della Montagnola (EMOT), hanno mostrato la presenza, in alcune di queste emissioni, di materiale caldo (fino a qualche decina di gradi centigradi); in alcuni casi è stata segnalata anche la presenza di piccole quantità di materiale incandescente.

Nella mattinata dell’8 aprile, ha avuto inizio una debole attività stromboliana all’interno del cratere a pozzo. Essa era caratterizzata da piccole esplosioni di tipo stromboliano prodotte da due bocche situate all’interno della depressione craterica. I materiali vulcanici eruttati ricadevano interamente all’interno delle pareti del cratere.

Durante la mattina del 9 aprile è stato registrato un leggero aumento dell’attività sismica prodotta dalle esplosioni stromboliane che gradualmente sono aumentate d’intensità. Dalle prime ore del pomeriggio in concomitanza con l’aumento dell’attività esplosiva dalle due bocche intracrateriche è iniziata una consistente emissione lavica che ha rapidamente colmato la depressione craterica. Al tramonto (intorno alle 18.00 UTC) i primi blocchi di lava hanno cominciato a fuoriuscire dalla parte più bassa dell’orlo craterico e una piccola tracimazione lavica avanzava lentamente al piede del Cratere di SE, sull’alto versante della Valle del Bove. Il piccolo trabocco lavico è andato avanti per tutta la notte ed ha prodotto una colata lavica il cui fronte più avanzato aveva raggiunto nella mattina del 10 aprile la quota di circa 2500 m s.l.m. percorrendo poco meno di 1,5 km.

L’attività esplosiva di tipo stromboliano durante la notte tra il 9 e il 10 aprile è cresciuta sia nell’intensità sia nella frequenza degli eventi fino a produrre ripetute esplosioni che lanciavano i prodotti ad altre 100 m di altezza ricadendo fuori dal cratere ma su un’area limitata. Tra le 6.00 e le 8.00 del 10 aprile si osservava un rapido aumento nella frequenza delle esplosioni stromboliane nelle immagini termiche della telecamera alla Montagnola, in concomitanza con l’aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico. Verso le 7.40 si osservavano due punti di emissione e poco dopo le 8.00 l’attività stromboliana diveniva continua iniziando a formare una piccola fontana di lava.

Intorno alle 9.00 la fontana di lava è cresciuta in altezza e si è allargata alla base producendo un’ampia ricaduta di brandelli lavici incandescenti sul versante che rifluivano verso il basso. Tra le 9.15 e le 9.30 la fontana superava i 200 m di altezza sfrangiandosi ed iniziando a produrre una consistente emissione di ceneri e lapilli, formando una colonna eruttiva di ceneri e vapori che saliva per circa 2 km sopra la sommità del vulcano piegandosi verso SE.

Dopo le 11.30 il fenomeno di fontana di lava ha iniziato a ridursi principalmente in altezza espandendosi lateralmente e, a volte, erano visibili due distinti getti nelle immagini termiche. La fontana di lava è andata avanti con una fase di media intensità, con getti che comunque superavano i 300 m di altezza, fino alle 13.10 circa quando l’attività è rapidamente diminuita e i getti non superavano i 100 m di altezza.

In questo lasso di tempo (11.30-13.10) si osservava la massima espansione dei flussi lavici formatisi sia dall’agglutinamento dei brandelli lavici caduti della fontana, sia dal trabocco lavico dalla parte più bassa dell’orlo craterico. Dalla parete nord della Valle del Bove era ben visibile la messa in posto del campo lavico attraverso flussi che scorrendo sul manto nevoso causavano frequenti esplosioni freatiche e lo scorrimento di piccoli flussi piroclastici. La colata lavica ha così raggiunto la quota di 1900 m s.l.m. percorrendo poco più di 2,5 km e ricoprendo principalmente il campo lavico dell’eruzione del 18 febbraio scorso, non coperto dal manto nevoso, espandendosi comunque sia a nord che a sud sulla neve principalmente tra le 11.40 e le 12.30 quando sono stati osservati numerosi fenomeni freatici, i principali dei quali sono avvenuti alle 11.41 e alle 11.58.

 

Dopo le 13.10 l’attività di fontana è rapidamente scemata e dalle 13.30 si osservavano solo discontinui getti di magma alti poche decine di metri, che sono terminati alle 14.03. Nell’ultima fase del parossismo si è aperta una bocca eruttiva alla base sud-orientale del cono che ha cominciato a crescere attorno al cratere a pozzo; da questa bocca è stata emessa una piccola colata lavica che ha percorso circa 1 km più a sud rispetto alla colata lavica principale. Alcuni fronti lavici della colata principale erano ancora in movimento alle 17.00, tre ore dopo la fine dell’attività, e sono stati ben visibili, per il rotolamento di blocchi incandescenti, sull’alto versante della Valle del Bove per tutta la notte tra il 10 e l’11 aprile.

A partire dalle ore 14.00 è stata segnalata la ricaduta di ceneri grossolane e fini in diverse località del medio e basso versante SE del vulcano (Zafferana, Fleri, Viagrande, Trecastagni, Pedara, San Gregorio) fino alla costa ionica (Acireale, Capomulini, Acitrezza, Acicastello), la ricaduta è andata avanti fino alle 16.30-17.00.

 

La ricaduta di lapili e bombe scoriacee ha interessato tutta l’area di Piano del Lago coprendo una parte del versante sud della Montagnola. Il deposito, passando per il Belvedere, si esauriva rapidamente prima di arrivare a Torre del Filosofo, confermando che la zona di ricaduta interessava solo il versante SE senza interessare quello sud verso Nicolosi e Catania. Lo spessore dei tefra al Belvedere raggiungeva i 6 cm con clasti grandi fino a 20 cm ma per lo più rotti in pezzi lunghi pochi cm perché molto vescicolati e fragili.

 

STROMBOLI

Lo Stromboli attualmente si trova in uno stato di attività eruttiva persistente, con esplosioni di medio-bassa entità da diverse bocche eruttive nell'area craterica sommitale. Nel mese di aprile 2011, l’attività si è svolta con fluttuazioni, senza però culminare in alcun evento di maggiore rilievo. L’attività è avvenuta dalle due aree crateriche, poste nei settori nord e sud della terrazza craterica.

Come nel mese precedente, la bocca eruttiva più attiva è stata la N1, la più settentrionale nell’area craterica nord, che ha prodotto getti di materiale grossolano (lapilli e bombe) talvolta frammisto a fine (ceneri) d’intensità medio-alta (talvolta le altezze dei lanci hanno superato i 200 m sopra la terrazza craterica). La frequenza media delle esplosioni ha variato fra 2 e 4 eventi/h.

Nell’area sud erano attive due bocche (S1 e S2), producendo lanci alti fino a 120 m. La frequenza media delle esplosioni è stata fra 1 e 6 eventi/h.

 

VULCANO

Vulcano attualmente si trova in uno stato di quiescenza. Durante il mese di aprile 2011, le temperature delle fumarole, misurate sull'orlo craterico, sono rimaste su valori stabili. Non si osservano anomalie nei parametri geochimici nelle zone più periferiche (suoli dell’area di Vulcano Porto e acquiferi termali).