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Attività dei vulcani siciliani durante il mese di gennaio 2011

ETNA

Nella prima metà di gennaio 2011 l’Etna è rientrato in attività eruttiva. L’evento maggiore è stato il parossismo al Cratere di Sud-Est nella notte del 12-13 gennaio, dopo il quale l’attività dell’Etna è ritornata su livelli piuttosto bassi.

Dalla fine di dicembre 2010 si era osservata una debole attività eruttiva al “pit-crater” posto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est (CSE). Il 23 dicembre fra le ore 16:00 e 16:05 GMT, durante un picco nell’ampiezza del tremore vulcanico, la telecamera visiva della Schiena dell’Asino ha registrato per alcuni minuti un bagliore forte in corrispondenza del “pit-crater”; non si hanno altre osservazioni dovuto alle cattive condizioni meteorologiche. Durante i prossimi 10 giorni, durante i brevi intervalli di visibilità, si sono osservati dei deboli bagliori intermittenti al medesimo “pit-crater”, in particolare nella notte fra il 29 e il 30 dicembre.

Nel tardo pomeriggio del 2 gennaio 2011 è apparso un forte bagliore in correspondenza del "pit crater", che nelle ore successive è passato ad una vivace, sebbene modesta attività stromboliana. Questa attività si è presentata pulsante e con frequenza crescente, ed è stata accompagnata da un aumento del tremore vulcanico e dell’attività infrasonica registrata dalle reti di monitoraggio dell’INGV-Catania, raggiungendo un picco verso mezzanotte, per tornare ai livelli precedenti in mattinata. Per alcune ore, l'attività consisteva in frequenti esplosioni stromboliane (circa 1-3 al minuto), che hanno lanciato materiale grossolano incandescente fino a qualche decina di metri sopra l'orlo della depressione craterica. Raramente è stata osservata la ricaduta di bombe incandescenti fuori dall'orlo craterico, soprattutto verso sud ed est. Non è stata osservata nessuna fuoriuscita di lava, e l'evento ha prodotto delle trascurabili quantità di cenere.

Nei giorni succesivi all'episodio del 2-3 gennaio sono continuate, in maniera intermittente, delle piccole emissioni di materiale (probabilmente soprattutto gas) incandescente, accompagnate nelle ore notturne da bagliori fluttuanti. Questi fenomeni si sono un po’ attenuati dopo il 6 gennaio, ma nella mattinata dell’11 gennaio sono state osservate delle piccole esplosioni stromboliane all’interno del “pit-crater”, come riferito dalle guide etnee. Nella notte fra l’11 e il 12 gennaio i bagliori causati da tale attività erano ben visibili, e l’ampiezza del tremore vulcanico ha cominciato a mostrare un graduale aumento. Tale aumento è continuata nella giornata del 12, e nel tardo pomeriggio era in corso una vivace attività stromboliana, i cui prodotti spesso cadevano fuori dall’orlo del “pit-crater”.

Alle ore 20:10 GMT è avvenuto un primo piccolo trabocco di lava, che ha superato l’orlo orientale del “pit-crater” nel punto più basso generando un piccolo flusso lavico lungo solo poche decine di metri; un secondo trabocco ha seguito il percorso di quello precedente alle ore 20:18 arrestandosi alla stessa distanza per essere poi superato, alle ore 20:26 da un terzo, più voluminoso trabocco. Quest’ultimo ha generato una colata lavica che inizialmente avanzava lentamente verso l’orlo occidentale della Valle del Bove; essendo poi sempre più alimentato, la colata ha cominciato la lenta discesa verso la Valle del Bove poco prima delle ore 21:00. Questa colata, ripresa dalla telecamera di Milo (EMV), si è arrestata dopo le ore 21:30 a poche centinaia di metri sotto l’orlo della Valle del Bove. Nello stesso intervallo l’attività stromboliana all’interno del “pit-crater” è rapidamente aumentata di intensità.

Il passaggio dall’attività stromboliana a quella di fontana di lava è avvenuto nell’intervallo fra le ore 21:50 e 21:55; simultaneamente si è formata una colonna eruttiva, che si è alzata almeno 4000 m sopra la cima dell’Etna. Il jet di lava ha raggiunto altezze fra 300 e 500 m sopra la bocca eruttiva. Ciò è stato accompagnato da un repentino aumento nel tasso di effusione di lava, generando alle 21:51 una nuova colata che si è sovrapposta alla colata precedente, superandola in pochi minuti. Durante la discesa sulla ripida parete occidentale della Valle del Bove, la lava ha mostrato una violenta interazione esplosiva con macchie di neve ancora presenti in zone depresse, generando piccole nubi di cenere. Una colata reomorfica molto piccola è stata messa in posto sul lato settentrionale del “pit-crater”. Alle ore 21:58 la colata lavica principale si è biforcata in un ramo maggiore, che ha rapidamente proseguito la sua discesa verso il fondo della Valle del Bove, e uno inferiore più a nord, mentre altri piccoli flussi lavici si stavano mettendo in posto più a sud.

Dopo le ore 23:00, l’altezza della fontana di lava è rapidamente diminuita, e l’attività di fontanamento è diventata pulsante, con getti sia verticali che obliqui in tutte le direzioni, creando abbondanti ricadute di brandelli lavici ancora fluidi sugli orli della depressione craterica. Alle ore 23:25 era presente un getto di lava incandescente molto stretto, ed alto non più di 100 m, che si è inclinato verso sud generando una piccola colata reomorfica sotto l’orlo meridionale del “pit-crater”.

Allo stesso tempo è fortemente diminuita l’alimentazione delle colate in discesa verso la Valle del Bove, che avevano nel frattempo raggiunto il fondo della valle a est dei Mti Centenari, arrestandosi a circa 4.3 km dalla bocca eruttiva. Il getto di lava incandescente, che negli ultimi minuti era alto solo qualche decina di metri, si è esaurito alle ore 23:53; nelle ore successive sono avvenute poche esplosioni isolate, le più forti delle quali sono state registrate alle ore 00:25 e alle 14:31 del 13 gennaio.

Il parossismo del 12-13 gennaio 2011 al Cratere di SE: caratteristiche del deposito di caduta

Composizione dei vetri dei prodotti emessi dal Cratere di Sud-Est nei giorni 2 e 12 gennaio 2011

Dopo il 13 gennaio, il “pit-crater” non ha mostrato nessuna attività eruttiva.

Durante tutto il mese si sono registrate le consuete esplosioni profonde all’interno del condotto del Cratere di Nord-Est. In assenza di vento forte, queste esplosioni sono state accompagnate da emissioni periodiche di sbuffi di vapore, e raramente, degli anelli di gas. Sono continuati anche i segnali sismici che hanno caratterizzato l’attività esplosiva profonda nei mesi precedenti.

Non sono avvenuti fenomeni eruttivi né alla Voragine né alla Bocca Nuova. Tuttavia, durante il sorvolo del 19 gennaio, si è osservato che si sono accentuati i fenomeni di collasso del versante occidentale della Bocca Nuova, che hanno accompagnato la serie di esplosioni fra il 25 agosto e 22 dicembre 2010, e probabilmente anche alla Voragine.

 

STROMBOLI

Lo Stromboli attualmente si trova in uno stato di attività eruttiva persistente, con esplosioni di medio-bassa entità da diverse bocche eruttive nell'area craterica sommitale. Nel mese di gennaio 2011, l’attività si è svolta con forti fluttuazioni, culminando in quattro episodi di spattering e basse fontane di lava, nonché l’emissione di piccole colate laviche intracrateriche. In precedenza, nel mese di dicembre 2010, erano avvenuti due episodi di rilievo, l’emissione di una piccola colata di lava sulla parte meridionale della Sciara del Fuoco, la notte fra l’11 e il 12 dicembre, e una forte sequenza esplosiva nella mattinata del 19 dicembre.

Durante tutto il mese, due bocche nell’area settentrionale della terrazza craterica, N1 e N2, hanno prodotto getti di materiale grossolano la cui altezza massima variava fra 80 e meno di 150 m, con una frequenza media di 1-5 esplosioni/h.

Nella parte meridionale della terrazza craterica sono state attive diverse bocche, inizialmente solo una sola nel centro dell’area craterica meridionale (S1), che nella seconda metà del mese si è trasformata in tre piccole bocche. Le esplosioni da queste bocche sono avvenute con una frequenza di 1-11 eventi/h, raggiungendo altezze massime fra 120 e 200 m.

La bocca S2, in cima ad un piccolo conetto posto sull’orlo occidentale dell’area craterica meridionale, era rimasta inattiva dopo l’episodio di spattering ed effusione lavica dell’11-12 dicembre. Questa bocca ha prodotto una vigorosa attività di spattering il 21 gennaio tra le 18:46 e le 21:00 GMT durante la quale si osservava un’emissione quasi continua di materiale incandescente che, ricadendo al suolo, si addensava fluendo lentamente sulle pendici del conetto verso le parti più depresse del settore meridionale della terrazza craterica. Nuovamente il 23 gennaio dalle ore 10:00 alle ore 13:30 è stata osservata un’altra intensa fase di spattering che al culmine dell’attività, intorno alle 11:00, assomigliava ad una piccola fontana di lava con getti che si elevavano solo di una decina di metri sulla bocca ma provocavano l’abbondante ricaduta di materiali incandescenti che fluivano dal conetto alle parti depresse della terrazza craterica.

Un terzo episodio di spattering intenso e fontanamento è avvenuto nella mattinata del 25 gennaio, raggiungendo il picco di maggiore intensità tra le ore 07:50 e le ore 09:30. Durante questo episodio non si è osservata nessuna emissione di colata lavica.

Il quarto episodio è cominciato nella serata del 26 gennaio, verso le ore 19.30 GMT, con una vivace attività di spattering dalla bocca S2 che alle ore 20.00 è passato ad una fontana di lava alta qualche decina di metri. Il conetto di S2 è stato rapidamente completamente ricoperto da materiale incandescente e fluido, generando una piccola colata di lava che si è espansa in direzione nord-est e, dopo aver ricoperto parte dell’area centrale della terrazza craterica, si è in parte sovrapposta alla colata del 18-19 ottobre 2010. Una seconda colata è stata generata fra le ore 23 e mezzanotte, espandensosi più a sud di quella precedente, e coprendo praticamente per intero l’area delle bocche di S1. Poco prima delle ore 05.00 del 27 gennaio, dopo alcune ore di calma, ha ripreso l’attività di spattering da S2, producendo, a partire dalle 05.25, un terzo flusso lavico, che ha ripreso il percorso della prima colata della sera precedente, senza raggiungere la stessa lunghezza.

Durante gli ultimi giorni del mese, l’attività esplosiva di Stromboli è continuata su livelli relativamente bassi.

 

VULCANO

Vulcano attualmente si trova in uno stato di quiescenza. Durante il mese di gennaio 2011, le temperature delle fumarole, misurate sull'orlo craterico, sono rimaste su valori stabili. Non si osservano anomalie nei parametri geochimici nelle zone più periferiche (suoli dell’area di Vulcano Porto e acquiferi termali).