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Aggiornamento Etna, 13 gennaio 2011

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Colonna eruttiva illuminata dal bagliore della fontana di lava e delle colate laviche in discesa, vista da S. Tecla alle ore 00:17 (locali = GMT+1) del 13 gennaio 2011.  Foto di Mauro Coltelli, INGV-Catania

La fontana di lava dell’Etna del 12-13 gennaio 2011

Nella notte fra il 12 e il 13 gennaio 2011 è avvenuto uno spettacolare parossismo alla depressione craterica (“pit-crater”) posta sul basso versante orientale del cono del Cratere di Sud-Est, producendo sostenute fontane di lava, voluminosi flussi lavici, ed una colonna eruttiva alta alcuni chilometri che ha portato a ricadute di cenere vulcanica sul versante meridionale dell’Etna. Questo evento, la cui fenomenologia assomiglia fortemente a numerosi episodi eruttivi osservati negli ultimi decenni ai crateri sommitali etnei, ha marcato il culmine di un’attività eruttiva iniziatasi circa 18 ore prima, e che era andata gradualmente aumentando. Il parossismo del 12-13 gennaio 2011 è il primo evento di questo genere dall’episodio eruttivo del 10 maggio 2008, avvenuto allo stesso “pit-crater” pochi giorni prima dell’inizio dell’ultima eruzione di fianco dell’Etna (13 maggio 2008 – 6 luglio 2009).

Questo evento è stato preceduto da due episodi di debole attività stromboliana alla stessa bocca eruttiva, nel pomeriggio del 23 dicembre 2010, e durante la notte fra il 2 e il 3 gennaio 2011. Tali eventi non hanno prodotto né trabocchi lavici né emissione di cenere vulcanica.

Le prime piccole esplosioni all’interno del “pit-crater” sono state osservate dalle guide dell’Etna nella mattinata dell’11 gennaio, mentre i sistemi di monitoraggio video e termico dell’INGV-Catania non hanno mostrato alcuna anomalia. Nella serata dello stesso giorno sono apparse piccole anomalie sulla telecamera termica della Montagnola (EMOT); simultaneamente piccoli bagliori erano visibili sul video delle telecamere visive della Montagnola (EMOV) e della Schiena dell’Asino (ESV). Durante la notte sia la frequenza che l’intensità di questi fenomeni, riconducibili ad una debole attività stromboliana all’interno del “pit-crater”, sono gradualmente aumentate. L’incremento nell’intensità eruttiva è stato accompagnato da un graduale aumento nell’ampiezza del tremore vulcanico, e uno spostamento della sorgente del tremore da una posizione precedente a nord del Cratere di Nord-Est verso il Cratere di Sud-Est.

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Fontana di lava sostenuta al culmine del parossismo, alle ore 23:30 (locali = GMT+1) del 12 gennaio 2011, visto dalla piazza centrale di Zafferana Etnea. Foto di Boris Behncke, INGV-Catania

L’incremento sia nell’intensità dell’attività eruttiva che nell’ampiezza del tremore vulcanico ha accelerato nella serata del 12 gennaio; simultaneamente la depressione craterica si è rapidamente riempita di lava che verso le ore 21:40 ha portato a un trabocco di lava dall’orlo orientale del “pit-crater”. Inizialmente la colata lavica così generata si è espansa lentamente, poi essendo sempre più alimentata ha raggiunto rapidamente l’orlo occidentale della Valle del Bove.

Alle ore 22:48, l’attività eruttiva, finora di carattere stromboliano, è passata repentinamente a sostenute fontane di lava, con una colonna di lava incandescente alta 300-500 m, e la generazione di una colonna eruttiva ricca in cenere vulcanica alta alcuni chilometri. La colonna eruttiva è stata piegata verso sud, causando ricadute di cenere nei centri abitati (p.es. Nicolosi) sul versante meridionale del vulcano, e lapilli scoriacei con diametri fino a qualche centimetro in zona Rifugio Sapienza, a quota 1910 sul versante sud.

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Campo lavico dell’episodio parossistico del 12-13 gennaio 2011, ripreso da Monte Zoccolaro (versante sud-orientale etneo). (a) Immagine termica e corrispettiva visibile (b) del campo lavico sviluppatosi lungo la parete occidentale della Valle del Bove i cui fronti sono localizzati ad una quota di circa 1630 m. In (b) la linea a tratto in giallo indica la delimitazione preliminare dei margini del campo lavico. CSE=Cratere di SE. Foto di Letizia Spampinato, Emanuela De Beni e Stefano Branca, INGV-Catania

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Ultimi momenti della fontana di lava, e colate laviche sulla parete occidentale della Valle del Bove, alle ore 00:40 del 13 gennaio 2011. Vista da Fornazzo, sul versante orientale dell’Etna. Foto di Boris Behncke, INGV-Catania

La fontana di lava alla bocca eruttiva rimaneva sostenuta fino alle ore 23:30, dopodiché i getti sono diventati più pulsanti, raggiungendo altezze non superiori a 150-200 m sopra la bocca eruttiva. Alle ore 00:30 del 13 gennaio, la fontana si è ridotta in un singolo getto molto stretto e alto non più di 100 m, che è cessato verso le ore 00:55.

La colata di lava principale si è riversata in almeno tre rami maggiori sul ripido versante occidentale della Valle del Bove, raggiungendo il fondo della stessa poco dopo mezzanotte. I fronti più avanzati all’interno della Valle del Bove hanno contornato il cono del Monte Centenari a nord, raggiungendo una distanza massima di circa 4.2 km dalla bocca eruttiva. Un piccolo ramo di lava reomorfica si è messo in posto più a nord, percorrendo una distanza di meno di 1 km.

Durante la notte e tutta la giornata del 13 gennaio sono avvenuti, ad intervalli irregolari, delle emissioni di cenere causate in parte da crolli all’interno della depressione craterica, e da esplosioni sporadiche all’interno del condotto.

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Vista aerea del cono del Cratere di Sud-Est da est nella mattinata del 13 gennaio 2011, con la bocca del “pit-crater” in primo piano, il trabocco lavico principale a sinistra e una più piccola colata reomorfica a destra. Una terza, molto più piccola colata, anch’essa reomorfica, è appena distinguibile sul lato sinistro della depressione craterica. Foto di Alfio Amantia, INGV-Catania

In più:

Osservazioni da Monte Zoccolaro, 13 gennaio 2011

Composizione dei vetri dei prodotti emessi dal Cratere di Sud-Est
nei giorni 2 e 12 gennaio 2011